Barca sblocca 5,7 miliardi di fondi Ue per investimenti nel Mezzogiorno

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L’obiettivo è quello di accelerare e riqualificare la spesa rimodulando le risorse, europee e nazionali, previste nel quadro delle politiche di coesione. Vengono, così, rimessi in circolo 5,7 miliardi di euro che erano in un binario morto. Le novità  sono state illustrate ieri a Palazzo Chigi dal ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, e dai presidenti (o dai vicepresidenti o ancora dagli assessori) delle Regioni Sicilia, Sardegna, Puglia, Campania, Calabria, ma le misure interesseranno anche interventi in Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta, e prevede compensazioni ambientali per la Val di Susa. I fondi comunitari sono suddivisi in tre pilastri. Il primo e più cospicuo, pari a 2,5 miliardi, vuole contrastare gli effetti recessivi del ciclo economico su lavoratori e imprese, promuovere l’imprenditorialità  e sostenere i nuclei familiari ad alto disagio.


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Se c’è un luogo in cui tutta la storia di questo «confronto» tra governo e parti sociali sta provocando disagio – diciamo così – è certamente il grande corpo della Cgil.

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