Autostrade, aumento medio del 3,9%

by Sergio Segio | 30 Dicembre 2012 7:07

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ROMA — Costruire autostrade. E poi ripararle. Ammodernare le reti dove corrono acqua, elettricità , gas. Ampliare gli aeroporti e renderli più sicuri e competitivi. In una parola: investire in infrastrutture. Tutto questo costa. E molto. Ecco perché le società  chiamate a gestire questi servizi battono cassa allo Stato. Così, immancabilmente, le bollette degli italiani tornano a correre. Il 2013 alle porte non fa eccezione: aumentano tutte o quasi le tariffe. Se a queste si aggiungono le imposte (Imu e Iva in primis), le addizionali e la Tares, la nuova tassa sui rifiuti, oltre a poste, Rai e balzelli vari (compresi quelli per finanziare la nuova riforma del lavoro), il peso per le tasche di tutti è notevole. Almeno 1.500 euro di aggravio a famiglia, calcola Adusbef-Federconsumatori.
Si parte dalla mezzanotte del 31 dicembre. Sotto il vischio, i pedaggi in autostrada salgono del 3,9% in media, ben più dell’inflazione (2,5% a novembre), con punte del 14% in Valle d’Aosta e del 13% per le Autovie venete. Non va meglio negli aeroporti. A Fiumicino, la tassa per passeggero lievita di 8,5 euro (si arriva così a 26,5 euro). Garantiti 315 milioni l’anno, preziosi per Adr (famiglia Benetton) a migliorare lo scalo. Così, anche per quello di Venezia (5 euro in più). Poi ci sono i rincari del gas (+1,7%, 22 euro extra all’anno), calmierati in minima parte dall’elettricità  meno esosa (-1,4%, 7 euro di risparmi). Spesa media annua per gas e luce: 1.800 euro. In vista aumenti anche per l’acqua. Tutti giustificati dai “costi fissi” da ammortizzare (servono 5 miliardi per gli acquedotti). «Così però si assecondano tutte le richieste dei monopolisti saccheggiando le tasche delle famiglie», lamenta Elio Lannutti, presidente Adusbef.
La Tares, nuova tassa sui rifiuti e servizi, al debutto in primavera, rischia di battere il primato dell’Imu quanto ad esosità : 80 euro in più (+35,7%) per un esborso medio di 305 euro a famiglia, calcola la Uil Servizi territoriali. Senza parlare dell’Iva che dal primo luglio passa dal 21 al 22%, vera mina sui consumi. Sempre dal primo luglio, scattano gli aggravi previsti per finanziare la riforma Fornero sul lavoro: 2 euro in più su ciascun biglietto aereo (addizionale comunale sui diritti di imbarco, da 3 a 5 euro), affitti con cedolare secca meno convenienti (passa dal 15 al 5% lo “sconto” per chi li dichiara nell’Irpef), Rc auto più cara (la tassa al Servizio sanitario si potrà  dedurre solo per importi sopra i 40 euro e dunque per polizze da 402 euro). Senza parlare poi delle addizionali: 149 euro extra in media, secondo la Uil, 120 aggiunti dalle Regioni, 29 dai Comuni, per un balzello medio totale di 629 euro che annulla di fatto i benefici delle maggiori detrazioni Irpef, decise con la legge di Stabilità .
Anno nuovo, lettere e multe salate. Il francobollo passa da 60 a 70 centesimi. Le raccomandate da 3 euro e 30 a 3 euro e 60. Le contravvenzioni si impennano (+6%). Un divieto di sosta vale 41 euro (da 39) e un eccesso di velocità  168 euro (da 159). Il canone tv cresce ancora di un euro e mezzo (come fa dal 2009 ogni anno): da 112 a 113,5. Ma il 27,4% degli italiani lo evade, con un “buco” di 600 milioni annui per “mamma” Rai. Infine la mini-patrimoniale su titoli e strumenti finanziari (compresi i conti
di deposito online e i buoni fruttiferi postali sopra i 5 mila euro): 0,15% sul capitale investito, con un minimo di 34,2 euro e senza tetto. Arriva poi anche la Tobin Tax: 0,12% sulle compravendite di azioni italiane nei mercati regolamentati e 0,22% nei mercati non ufficiali. Da luglio, la tassa sui derivati in quota fissa fino a 100 euro.

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