by Sergio Segio | 4 Dicembre 2012 7:22
ORMAI è una gara a chi trova il paragone più lontano nel tempo. Il mese di novembre fa registrare un altro crollo del mercato dell’auto italiano che perde il 20,1 per cento rispetto allo stesso mese del 2011. «Cifre che non si vedevano dal 1977», dice l’Anfia, l’associazione dell’automotive nazionale. «Non eravamo a questi livelli dal 1979», sostiene l’Unrae che rappresenta le case straniere. La sostanza è che il 2012 si chiuderà anche sotto le peggiori previsioni che immaginavano un mercato italiano a 1,4 milioni di auto vendute nell’anno, un milione in meno del 2007, ultimo anno di vacche grasse.
Nel disastro generale la Fiat perde meno del mercato (-16,5 per cento) e si riavvicina al 30 per cento (29,7) delle vendite nazionali. Tra i segnali incoraggianti per il Lingotto c’è il fatto che la 500L, la nuova vettura prodotta in
Serbia, entra per la prima volta nella top ten delle auto più vendute in Italia a poco più di un mese e mezzo dal lancio. Il Lingotto continua a godere dell’ottimo andamento del mercato americano e dell’incremento delle vendite Chrysler in novembre con 122.000 veicoli consegnati, il miglior risultato degli ultimi 5 anni. Incrementi di vendite per la casa torinese anche in Brasile dove le auto consegnate salgono dell’11,5 per cento rispetto ai primi undici mesi del 2011.
A deprimere le vendite di auto, oltre al dato generale della crisi economica, c’è anche l’aumento dei costi generato dell’incremento della spesa dei carburanti. Più
in generale l’auto paga il crollo della fiducia dei consumatori. Ieri, inaugurando il Motorshow di Bologna, il presidente del Centro Studi Promotor, Gianprimo Quagliano,
si è sbilanciato in una previsione non pessimistica: «Il crollo del mercato italiano dell’auto — ha spiegato — è quasi doppio di quello della produzione industriale, ciò che dimostra come una parte del calo delle vendite sia legata all’incertezza sul futuro e alla crisi di fiducia». Così, secondo Quagliano, una stabilizzazione del quadro generale, con qualche certezza in più sulla situazione politica dopo le elezioni di pri-
mavera, potrebbe «portare a una limitata ripresa delle vendite che nel 2013 potrebbero risalire del 10,7 per cento rispetto all’anno che sta per chiedersi».
Se questa previsione fosse esatta, il mercato italiano del prossimo anno potrebbe risalire da 1 milione e 400 mila a 1 milione e 550 mila auto, ancora al di sotto, comunque, di quei due milioni che sono considerati dagli analisti la quota fisiologica delle vendite di auto nella Penisola. I consuntivi 2012 si avranno tra poche settimana. Una ripresa delle vendite potrebbe portare a una ripresa della produzione anche negli stabilimenti italiani. A Pomigliano, dove il vecchio stabilimento Giovan Battista Vico ha ottenuto il premio Wcm per l’organizzazione del lavoro, dovrebbe aumentare, nella nuova fabbrica FIP, la produzione della nuova Panda dopo la cessazione del vecchio modello in Polonia.
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