Anno 2030, la Cina in testa al mondo «orfano» degli Usa

by Sergio Segio | 12 Dicembre 2012 7:43

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NEW YORK — Stati Uniti scavalcati dalla Cina in termini di peso economico, ma ancora solidi grazie a tecnologia, forza militare e indipendenza energetica: l’unico Paese in grado di costruire alleanze per garantire un minimo di governance in un mondo sempre più frammentato nel quale non ci saranno più potenze egemoni e nel quale, comunque, l’Asia peserà  più di Europa e America messe insieme. Global Trends, il rapporto su quello che dobbiamo aspettarci da qui al 2030 presentato ieri dal governo Usa, è il frutto di quattro anni di lavoro degli analisti delle 17 agenzie federali di intelligence: dalla Cia all’Ufficio per il terrorismo e l’intelligence finanziaria del ministero del Tesoro, passando per i servizi investigativi dell’Fbi e della Dea e per quelli militari, dai Marines alla Guardia Costiera.
Scenari e conclusioni disseminati di punti interrogativi, visto che nei prossimi anni potrebbero anche manifestarsi incidenti di percorso dirompenti, tali da cambiare il corso della Storia. Il rapporto, che prima di essere pubblicato è stato discusso con accademici ed esperti di vari Paesi (compresi Cina e Russia) elenca diversi di questi possibili «cigni neri»: il collasso dell’euro e dell’Unione Europea, una pandemia, il crollo economico della Cina, un conflitto nucleare, un attacco cibernetico capace di paralizzare le reti e di mettere al tappeto le economie. C’è spazio anche per l’ipotesi di una tempesta solare con effetti geomagnetici straordinari, tale da mettere fuori combattimento l’intera rete dei satelliti, paralizzare la rete elettrica e accecare i nostri terminali elettronici.
Speriamo di evitare queste disgrazie, ma, anche senza «cigni neri», secondo Global Trends 2030 è improbabile che il mondo torni ai tassi di crescita economica del passato. Cambierà  in modo drammatico la distribuzione mondiale del reddito: un processo che, del resto, è già  iniziato da tempo. La popolazione salirà  dagli attuali 7 a 8,3 miliardi di persone e per la prima volta la maggioranza degli esseri umani sarà  fuori dall’area della povertà . Il ceto medio globale, che oggi accoglie un miliardo di abitanti del pianeta, triplicherà  la sua dimensione.
Ma questa crescita interesserà  quasi solo i Paesi emergenti mentre Usa, Europa e Giappone, che ancora oggi rappresentano il 56 per cento del Pil mondiale, tra 18 anni saranno scesi ampiamente sotto il 50 per cento.
Con l’America che diventa energeticamente indipendente e con lo sviluppo delle fonti alternative, perderanno peso la Russia e i Paesi del Golfo, esportatori di gas e petrolio. Ma nel mondo del 2030 — tecnologicamente più avanzato, con più benessere globale, ma anche più instabile e difficile da governare — gli Stati avranno meno peso, mentre crescerà  l’importanza delle reti e dei gruppi di persone: e qui si parla tanto di articolazioni sociali positive come i social network quanto di gruppi che possono avere accesso a tecnologie letali o, comunque, distruttive, dagli hacker ai terroristi. Il rapporto comprende vari scenari alternativi, compreso quello, detto del «genio che esce dalla bottiglia» nel quale, senza più l’America nel ruolo di «poliziotto globale» il mondo scivola verso l’anarchia.
Un altro capitolo inquietante del rapporto è quello dedicato al modo in cui la tecnologia altererà  la sfera privata dell’individuo e perfino le nostre capacità  fisiche e intellettuali, fino al punto di creare una sorta di «umanità  aumentata». Così come le tecnologie digitali consentono oggi di proiettare su uno schermo la realtà  aumentata (un’immagine riprodotta con l’arricchimento di note e informazioni su oggetti e individui fotografati), domani, dicono gli analisti della Cia e delle altre agenzie, potremo impiantare sul nostro corpo tecnologie capaci di estendere le nostre capacità  sensoriali e intellettuali con tecniche non molto diverse da quelle usate oggi per la chirurgia plastica.
Qui c’è di tutto: dai processori collegati al cervello per aumentare capacità  di apprendimento e di lavoro ai neurofarmaci capaci di aumentare i livelli di concentrazione, alle manipolazioni della retina per consentire la visione notturna. Scenari, insomma, da uomo-cyborg.
Massimo Gaggi

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