Ancora un Natale di crisi, shopping giù del 3%
ROMA — La parola d’ordine è: vivisezionare la tredicesima, spaccarla in quattro, inventarsi una sorta di miracolo contabile pur di farci rientrare tutto, dall’ultima rata dell’Imu al regalo cui non si può rinunciare. La spending review di Palazzo Chigi ha fatto scuola e questo Natale ogni famiglia applicherà la sua personale «revisione delle spese»: Confesercenti ha fatto i calcoli e secondo le previsioni elaborate con la Swg il tutto si tradurrà in una caduta dei consumi del 3 per cento rispetto alle feste dello scorso anno. Dai 38 miliardi spesi nel Natale 2011 passeremo ai 36,8 del 2012. E alla stretta non si sottrarranno nemmeno i consumi di dicembre strettamente legati al periodo festivo: giù del 2,7 per cento.
A fare le spese di questa tendenza al ribasso saranno soprattutto i regali: fatti salvi coniugi, figli e parenti stretti, tutti gli altri familiari e amici dovranno accontentarsi degli auguri. Per i doni quest’anno si spenderanno 700 milioni di euro in meno rispetto ad un anno fa, le priorità sono altre: mutui, debiti, quel minimo di risparmio da riportare in vita dopo i colpi subiti dalla crisi. La tredicesima, per chi ce l’avrà (il 28 per cento del campione – contro il 23 dell’anno scorso dichiara che in famiglia non la percepirà nessuno) se ne andrà così.
In totale quello stipendio «in più» ammonterà a 41 miliardi e mezzo e la quota destinata agli acquisti, quest’anno, varrà 17,7 miliardi, due in meno rispetto ad un anno fa, quando l’incubo spread pur imperversava. Proprio quei due miliardi non spesi andranno ad aggiungersi alla fetta di tredicesima dedicata ai risparmi (in tutto 12 miliardi). Quello che resterà sarà assorbito da mutui, debiti e dalle spese considerate necessarie per la famiglia e la casa. La tredicesima, insomma, serve sempre più a tappare buchi: non si gode, si sacrifica sull’altare delle emergenze. D’altra parte, segnala Confersercenti, le famiglie che arrivano con l’acqua alla gola già alla terza settimana del mese sono in aumento: fra il 2010 e 2012 sono passate dal 20 al 28 per cento.
Per i regali resta poco e sul quel poco si fanno scelte nette: aumenta la quota di acquisti on-line (dall’11 al 17 per cento in un anno); l’82 per cento degli italiani punterà sugli alimentari e qui Coldiretti segnala un crollo nelle vendite di champagne (meno 24 per cento) e la corsa ai prodotti a chilometro zero. Aumenta la vendita di libri e viaggi, scende il regalo in abbigliamento e il giocattolo. Tiene l’hitech, ma con un mix variato: giù la spesa per l’acquisto di pc portatili, tivù digitali, consolle e videogiochi, su quella per ebook, smartphone, tablet e accessori dedicati (stampanti, tastiere, mouse e schermi in primis).
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