Viminale, si dimette il vice di Manganelli
ROMA – Nicola Izzo, vicecapo della Polizia, presenta le dimissioni, ma il ministro dell’Interno le respinge: «Non si condanna un uomo per un esposto anonimo». La Cancellieri ribadisce, però, che il Viminale deve essere «come la moglie di Cesare: una casa di vetro, trasparente, punto di riferimento per tutti». Izzo s’è poi recato volontariamente in procura dove è stato interrogato, come testimone, dal procuratore Pignatone e dell’aggiunto Caporale.
Nella lettera con la quale il 3 novembre annunciava le dimissioni, Izzo ha ribadito che «sulla polizia e sui suoi vertici non vi debbano essere ombre, per poterla difendere». «Per questo – aveva spiegato – vado via». La missiva l’aveva indirizzata al titolare del Viminale, al suo capo, Antonio Manganelli, e a diversi direttori delle direzioni centrali del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. «Una lettera anonima – era il suo sfogo – può formare oggetto di tali diffamanti campagne di stampa?». Quindi concludeva rivolgendosi direttamente a Manganelli: «Mi accompagneranno l’affetto e la gratitudine per te, per tutti i colleghi e i miei collaboratori, per tutti i poliziotti». Va sottolineato che nel silenzio generale dei sindacati di polizia, s’è levata un’unica voce in solidarietà a Izzo: quella del Sap, il sindacato di area di destra.
Ai pm il numero due della Polizia ha detto di non sapere chi sia l’autore di un esposto anonimo che lo indica come “capo” di un gruppo, all’interno dell’ufficio logistico del Viminale, che gestirebbe in modo illecito appalti milionari. Dichiarandosi estraneo a qualsiasi illecito, si è poi riservato di produrre nei prossimi giorni una relazione con la ricostruzione di tutti i passaggi della vicenda che lo riguardano. Il dossier anonimo, giunto nell’agosto scorso in procura, è stato inserito in un fascicolo che al momento risulta ancora senza indagati o ipotesi di reato. Nei prossimi giorni sarà ascoltato anche il prefetto Giuseppe Maddalena, ex responsabile della direzione tecnico logistica. Poi l’aggiunto Caporale si confronterà con i colleghi della procura di Napoli che da due anni procedono nei confronti di Izzo, indagato in un filone dell’inchiesta Finmeccanica.
Sul fronte politico, il ministro non ha voluto accettare le sue dimissioni. «Non ci sono le condizioni per accoglierle», ha spiegato la Cancellieri. E ha aggiunto: «Abbiamo avviato un’indagine interna, siamo in attesa delle risultanze, poi faremo chiarezza nel migliore dei modi accelerando le procedure di verifica. Lavoreremo al massimo per fugare ogni dubbio e al termine vedremo, ma siamo determinati a non avere alcuna ombra sul Viminale». «Ci stiamo guardando dentro – ha detto ancora Annamaria Cancellieri – abbiamo preso la vicenda con molta serietà fin dall’inizio». A proposito del corvo, ha dichiarato: «Mi piacerebbe conoscerlo, sapere se ce ne sono altri. Non so chi voglia colpire, magari persegue interessi suoi, non mi pongo il problema». Il ministro ha poi confermato la fiducia al capo della Polizia, Manganelli. Al Viminale, a fine legislatura, si stanno consumando faide tra correnti di potere: «Il cambio del capo della Polizia – ha tagliato corto la Cancellieri – non è stato mai all’ordine del giorno».
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