Verso proroga dei precari per 7 mesi

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ROMA. Il governo prova a tamponare l’«emergenza precari» nella pubblica amministrazione con una proroga minima, si parla di sei-sette mesi, delle decine di migliaia di contratti «atipici» che scadono a fine anno.
Secondo il capo dipartimento del ministero della funzione pubblica, Antonio Naddeo, la soluzione potrebbe essere un emendamento alla legge di stabilità  che aprirebbe anche in modo molto limitato i concorsi ai precari con almeno 36 mesi di anzianità . L’Aran assicura che si tratta di «gran parte» dei 250mila contratti atipici rilevati dalla ragioneria dello stato che supereranno il termine massimo di 36 mesi di lavoro intorno al 31 dicembre.
Il ministro Filippo Patroni Griffi presenterà  una relazione nel consiglio dei ministri di domani e incontrerà  i rappresentanti dei lavoratori lunedì prossimo. Il governo precisa che comunque questi lavoratori «non si possono stabilizzare». Si parla di 130mila supplenti della scuola (che però rappresentano, secondo la funzione pubblica «un problema a parte), 100mila precari delle amministrazioni locali e 15mila di quelle centrali. Gli enti locali potranno firmare la proroga «per esigenze specifiche e mostrate» e «fermi restando i vincoli finanziari». In cambio, dice Naddeo, i sindacati dovrebbero accogliere l’avvio del negoziato sull’adattamento della riforma Fornero al pubblico impiego. Soddisfatte per la proroga tutti i sindacati, dalla Cgil all’Ugl.
In cinque anni i precari nella p.a. sono calati dai 386.691 del 2007 ai 250.881 del 2011 (-35%). In termini assoluti quasi tutto il taglio (ben 100mila persone) è avvenuto nella scuola.
A Milano, invece, la ministra Elsa Fornero, fa un’altra delle sue uscite proprio sui precari. Certo non come «choosy» (schizzinosi) qualche giorno fa, ma presentando un libro di Antonio Polito su questo tema, la ministra ha spiegato che questi giovani «prendono solo pezzi e bocconi del mercato del lavoro. I nostri figli un po’ viziatelli sono troppo abituati a cercare vie dorate ma sono anche quelli che trovano solo pezzi e bocconi del mercato del lavoro. Noi mamme dobbiamo convincere i ragazzi ad avere un po’ di pazienza: non è che entri in azienda e diventi manager».


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