by Sergio Segio | 11 Novembre 2012 7:54
Tra qualche giorno il governo presieduto da Mario Monti compirà un anno. Si è trattato di un’esperienza inconsueta nella tradizione politica del nostro Paese: un esecutivo «tecnico», quindi non espressione del voto popolare e, per questo, sorretto da una «strana» maggioranza, costituita da partiti sino a poco fa schierati l’uno contro l’altro (e già oggi, in vista delle elezioni, su posizioni antitetiche).
Qual è il giudizio degli italiani sull’esperienza di questi 12 mesi e quello sul presidente del Consiglio in particolare? La figura di Mario Monti come persona è apprezzata da una parte consistente della popolazione. Se si domanda di esprimere un voto da uno a dieci, come a scuola, più del 46% dichiara un giudizio sufficiente o più. È vero che una percentuale ancora maggiore (53%) dà invece un responso negativo, ma è vero anche che raramente si è visto in passato un presidente del Consiglio che, pur avendo chiesto così tanti tagli e rinunce al Paese, abbia ottenuto una quota di consensi di questa misura. Risultano più favorevoli a Monti i più giovani (51% di giudizi positivi), i laureati (56%) e gli elettori di centrosinistra (58%). La valutazione risente dunque di una polarizzazione politica che vede i votanti per il Pd più decisamente schierati a favore del presidente del Consiglio e quelli del Pdl più avversi: anche tra questi ultimi, comunque, il 43% (contro il 57% di contrari) manifesta un voto sufficiente.
Ma il quadro cambia se dalla valutazione per la figura di Monti si passa a quella sull’operato del governo nel suo insieme. In questo caso, infatti, i pareri positivi si diradano, pur restando relativamente consistenti, e superano di poco il 40%. Non solo: quest’ultimo dato è rilevato domandando una valutazione sul «governo Monti». Se si richiede un parere sul governo in quanto tale, senza citare il nome del Presidente, i consensi scendono al 33%. L’immagine di Monti risulta quindi un elemento importante per il consenso, mentre i giudizi sull’operato dell’esecutivo sono più critici. Secondo molti osservatori, questa circostanza è inevitabile, alla luce della politica di rigore che ha connotato l’azione di governo: considerando quest’ultima, un consenso del 30-40% appare già un risultato straordinario.
Tutto ciò spiega l’atteggiamento degli italiani nel tracciare il bilancio complessivo di questi mesi. Che è, tutto sommato, positivo. È vero che solo il 3% dichiara che il governo ha operato in maniera «eccellente». Ma un altro 34% giudica la sua azione «abbastanza bene». E la maggioranza relativa (41%) lo descrive come «un po’ deludente rispetto alle aspettative». Che nel novembre dell’anno scorso erano effettivamente molte. C’è però più di un italiano su cinque (21%) che condanna nettamente l’esecutivo, sostenendo che, in quest’anno di vita, «ha operato molto male». Ancora una volta, appaiono più favorevoli i giovani e i laureati, i residenti al Nord e gli elettori del centrosinistra. Nel complesso, dunque, i cittadini sembrano apparire relativamente comprensivi verso l’esecutivo. Più del 20% dichiara che «più di così era impossibile fare». E un altro 14% sostiene addirittura che il governo «ha fatto più di quanto mi aspettassi». Ma, come si è visto, la maggioranza relativa (42%) esprime un po’ di disincanto. E il 20% sostiene che l’esecutivo «ha fatto poco e male». Non sorprende che solo un terzo degli italiani promuova nettamente un esecutivo che è stato così severo. E la quota (circa un quinto) di chi lo condanna risulta inferiore a quanto molti ritenevano. La percentuale maggiore degli intervistati (40%), senza esprimere un giudizio completamente positivo o negativo, si dichiara solo «un po’ delusa».
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