Trovato l’accordo sulla Grecia

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I rappresentanti dei 17 paesi che adottano l’euro e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) hanno raggiunto un nuovo accordo per ridurre l’indebitamento della Grecia, la cui crisi economica rischia da tempo di mettere in difficoltà  buona parte dell’Europa. Il piano ha l’obiettivo di facilitare il ripianamento dei conti pubblici in vista della prossima serie di aiuti economici, che autorità  europee e FMI dovranno elargire per evitare la bancarotta del paese. Una prima fase di nuovi finanziamenti sarà  erogata entro la prima metà  di dicembre.

Il paese sta per entrare nel suo sesto anno di recessione e, per evitare ulteriori guai, il nuovo accordo prevede tre punti fondamentali. Il primo è un piano per ridurre l’indebitamento della Grecia e portarlo entro il 2020 al 124 per cento del prodotto interno lordo (PIL), con un’ulteriore riduzione nei due anni seguenti verso il 110 per cento. Si tratta di una progressione più graduale rispetto a quella sui cui aveva puntato il Fondo Monetario Internazionale, che voleva arrivare al 120 per cento nel 2020. Il secondo punto prevede un taglio di cento punti base del tasso di interesse applicato dagli altri paesi dell’euro alla Grecia, fatta esclusione per gli stati che ricevono già  aiuti economici per mettere in sesto le loro economie. Infine, il terzo punto prevede l’estensione di 15 anni della scadenza dei prestiti da parte degli altri paesi e dei fondi europei, messi a disposizione con il Fondo europeo di stabilità  finanziaria (FESF).

In tempi brevi la Grecia dovrebbe ottenere una prima serie di fondi pari a 34,4 miliardi di euro. Le rate successive, concordate in sede europea, saranno erogate nei primi tre mesi del 2013. Alcuni paesi dovranno comunque sottoporre il piano ai loro parlamenti per ottenere le autorizzazioni necessarie. Sarà  quindi necessario un nuovo incontro tra i ministri dell’economia per confermare l’applicazione del nuovo piano di aiuti.

Il presidente della Banca Centrale Europea (BCE), Mario Draghi, ha spiegato che il nuovo accordo dovrebbe interessare particolarmente gli investitori. Secondo Draghi, ridurrà  le incertezze sui mercati e rafforzerà  la fiducia non solo nei confronti della Grecia, ma di tutta l’Europa che si sta dando da fare per mettere in sicurezza la propria economia. L’accordo era in discussione da circa due settimane, e aveva già  portato i ministri delle finanze europei a incontrarsi altre due volte per trovare un piano comune sul finanziamento per la Grecia, che dovrebbe essere pari complessivamente a 44,6 miliardi di euro.

Jean-Claude Juncker, il presidente dell’Eurogruppo, cioè il coordinamento che riunisce i ministri dell’Economia e delle finanze degli stati che adottano l’euro, ha detto di avere piena fiducia nella Grecia e nella sua capacità  di riprendersi dalla crisi: «Hanno la volontà  di riportare il loro paese sulla via della crescita». E ad Atene il primo ministro Antonis Samaras ha accolto con entusiasmo le notizie provenienti da Bruxelles, dicendo che per la Grecia “inizia un nuovo giorno”. Il governo greco da mesi deve confrontarsi non solo con i pessimi conti pubblici, ma anche con il crescente malcontento tra la popolazione, stremata dalle regole di austerità  adottate in cambio dei finanziamenti esteri.

Attraverso BCE, FMI e Commissione europea, la Grecia fino a ora ha ricevuto circa 150 miliardi di euro di fondi per rimettere in sesto i propri conti. Le tre istituzioni nel corso del tempo si sono accordate per erogare fino a 240 miliardi di euro al paese, in cambio di impegni concreti da parte del governo greco sulla riduzione del proprio debito e della spesa pubblica. La Grecia ha anche accettato che i suoi conti e i progressi raggiunti siano monitorati dalle tre istituzioni.


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