by Sergio Segio | 14 Novembre 2012 15:19
I blocchi sono iniziati nella serata di ieri dopo la partecipata assemblea al presidio di San Giuliano a Susa: un corteo composto da centinaia di No Tav si è diretto verso le trivelle, memore del gelido inverno del 2010 quando riuscì a bloccare i carotaggi. I manifestanti hanno attraversato l’autostrada del Frejus, interrompendo il traffico, e bloccando l’incrocio tra la statale 24 e la statale 25 a Susa, vicino all’autoporto, il cui ingresso è blindatissimo con un massiccio sbarramento di polizia e carabinieri in assetto antisommossa.
«Un’attività di routine, che non durerà più di qualche giorno» ha spiegato Ltf, la società italo francese che si occupa della realizzazione dell’opera. Si tratta di tre perforazioni, del diametro di circa dieci centimetri, realizzate lungo l’autostrada Torino-Bardonecchia: due si trovano all’autoporto di Susa, l’altra un chilometro più a valle, in frazione Traduerivi. Proprio in questa zona il progetto prevede che la linea ferroviaria corra in superficie per 2,8 km. I sondaggi, di cui nello specifico si occupa la ditta milanese Rct, «sono necessari – ha precisato Ltf – per completare la progettazione definitiva, che sarà pronta a gennaio».
Prima delle 20 di ieri, i No Tav sono tornati al presidio dandosi appuntamento a poche ore dopo alla rotonda del Vernetto, a Chianocco, più a valle. Per un’altra notte di lotta.
Sono, infatti, giorni di mobilitazioni in Val di Susa. Lunedì, il presidio per la visita della ministra dell’Interno Anna Maria Cancellieri al comune di Chiomonte, amministrazione favorevole all’opera (la Comunità montana, contraria, aveva chiesto un incontro ma non aveva ricevuto risposte). Poi, l’arrivo al buio delle trivelle («uno stato d’assedio» lo chiama Ezio Locatelli, Prc Torino), il giorno dopo in cui il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, aveva annunciato che avrebbe esaminato i costi della linea. La decisione è arrivata dopo l’esposto inviato dalla consigliera regionale di Sel Monica Cerutti. Che faceva a sua volta seguito alla bocciatura della Corte dei Conti francese del progetto: «Costi alti e ricavi a rischio»
Avvelena il clima una lettera di minacce, analoga a quella ricevuta lunedì dal sindaco di Susa Gemma Amprini, arrivata al sindaco di Chiomonte Renzo Pinard. Secondo quanto si apprende il mittente è un presunto omonimo di Stefano Esposito, parlamentare Pd, noto per le sue posizioni a favore dell’alta velocità . Uguale anche i messaggio e la polvere grigia, che dalle analisi effettuate ieri non è risultata tossica
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