Spagna. Poliziotti in rivolta: «Non siamo robot»
MADRID. «Siamo persone, non robot». José Maria Benito, portavoce del Sindicato unificado de Policia (Sup) e ispettore del Cuerpo nacional de policia (l’equivalente della nostra polizia di stato) commenta la decisione del suo sindacato di appoggiare i poliziotti «disobbedienti», sempre più riluttanti ad eseguire gli ordini di sfratto che in Spagna fioccano al ritmo di quasi 500 al giorno. «Le posso assicurare che non è piacevole bussare alla porta di persone incolpevoli per cacciarle fuori dalla loro casa. Tanto meno sapendo che molti di noi sono nelle loro stesse condizioni». Il ministro degli interni Jorge Fernà¡ndez Dàaz, ha reagito con preoccupazione alla presa di posizione del Sup, dichiarandosi tuttavia sicuro che «la polizia rispetterà e farà rispetta la legge».
I poliziotti obiettori di coscienza. Quasi un ossimoro…
Si tratta soprattutto di un modo per dare un segnale di solidarietà e vicinanza alla popolazione colpita da questa piaga sociale.
Ma da quando un poliziotto può rifiutarsi di eseguire un ordine?
Infatti un agente non può disobbedire a un ordine. Può però, come avviene in questo caso, manifestare un disagio morale.
In che senso, allora, il sindacato appoggerà gli agenti “indignati”?
Ci sono molti agenti che hanno grossi problemi di coscienza ad eseguire gli sfratti. Fa parte del nostro lavoro, ma prima ne capitava uno ogni tanto, mentre ora sono vari al giorno. È una situazione scomoda per molti di noi. Il sindacato raccoglie, allora, questo disagio e cerca di intervenire pressoi i capi diretti di questi poliziotti, affinché, se lo ritengono opportuno, affidino l’incarico a qualche altro agente che non manifesti le stesse perplessità .
Perché di solito la polizia non manifesta la stessa solidarietà nei confronti delle vittime – spesso innocenti – delle cariche o di altri episodi di violenza riconducibili alle forze dell’ordine?
Non confondiamo i piani. Il lavoro dello sfratto è particolarmente odioso perché ci costringe a usare la nostra autorità su gente che ha la sola colpa di essere in difficoltà . Nelle manifestazioni, invece, non facciamo altro che rispondere ad atteggiamenti violenti. Quando non è stato così il sindacato ha sempre espresso chiaramente le sue critiche, come nel recente caso della carica del 25-S nella stazione di Atocha.
Si potrebbe leggere questa vostra presa di posizione come una forma indiretta di protesta contro i tagli alle forze dell’ordine del governo del Pp?
Assolutamente no. Sono due questioni totalmente indipendenti. Saremmo davvero meschini se approfittassimo della sofferenza della gente per far pressione sul governo.
La falce di Rajoy non ha risparmiato nemmeno voi.
Questo è il governo che, a memoria mia, ha tagliato più risorse alle forza dell’ordine. Queste misure stanno compromettendo l’efficienza dell’attività quotidiana della polizia. E i tagli non investono solo i mezzi e gli stipendi, ma anche il personale. Pensi che ogni anno vanno in pensione 3mila poliziotti e ne vengono assunti solo 150. E ironia della sorte, a seguito dei tagli sulla busta paga, sempre più poliziotti vanno a ingrossare le fila delle persone che subiscono gli sgomberi.
Eppure questo governo dice di fare della sicurezza pubblica una priorità …
Lo dice ma non lo fa. Sono solo parole…
Quindi gli sfratti proseguiranno?
Nonostante la nostra presa di posizione è inevitabile. Noi non possiamo che far rispettare la legge.
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