by Sergio Segio | 14 Novembre 2012 15:24
Scritto a caratteri cubitali, vi si poteva leggere: «Ci lasciano senza futuro», con tanto di traduzione in inglese e in tedesco. Per essere sicuri che chi deve capire, capisca. È lo striscione che nel pomeriggio aprirà il corteo madrileno dello sciopero generale che oggi sta paralizzando il paese. Quattordici metri per dire un gigantesco no ai tagli, agli sfratti, alle privatizzazioni selvagge di scuola e sanità che il governo del Partido popular sta infliggendo agli spagnoli sotto lo sguardo compiaciuto della troika.
Quello di oggi – convocato dalle principali sigle sindacali e dalla cumbre social, una piattaforma che racchiude tutti i collettivi sociali più importanti del paese – è il secondo sciopero generale del 2012 e del governo Rajoy. L’ultimo stop totale risale al 29 marzo ed è la prima volta nella storia della democrazia spagnola che vengono organizzati due scioperi generali in un anno. Andando più indietro, quello ancora precedente risale all’epoca Zapatero: 29 settembre 2010. Sono passati solo due anni, ma sembrano due ere geologiche separate da una differenza di 1,5 milioni di disoccupati.
Per non parlare della china su cui da allora stanno scivolando senza freni il resto dei paesi Pigs. Proprio per questo era necessario che lo sciopero di oggi avvenisse in un «contesto di mobilitazione e solidarietà internazionale», come ha sottolineato Ignacio Toxo, presidente de Confederacià³n Europea de Sindicatos e segretario del primo sindacato spagnolo, Comisiones Obreras. Oltre, che in Spagna e Italia, infatti, si incroceranno le braccia in Portogallo e in Grecia (solo per tre ore). E sono previste manifestazioni anche in Francia e Germania, che si sommeranno a quello che può essere definito uno storico sciopero europeo.
Segno di un profondo malcontento su cui, in Spagna, i sindacati fanno leva per convincere più persone possibile a non andare al lavoro e a partecipare ai cortei di oggi pomeriggio. «Vale la pena scioperare, prima di fare la fine della Grecia», ha fatto presente Toxo. Nonostante l’appello dei sindacati, si prevede che a far registrare numeri più alti siano i cortei del pomeriggio, piuttosto che l’astensione dal lavoro (già a marzo non altissima): «Il fatto è che ci sono molte persone che economicamente non si possono permettere di scioperare – ha spiegato Manuel Albano, dirigente di Comisiones obrereas di Madrid – inoltre la facilità di licenziamento introdotta dalla riforma del lavoro del Pp, rende ricattabili i lavoratori, che hanno paura di scioperare. È un preoccupante fenomeno di terrorismo industriale».
Anche i partiti politici appoggiano la partecipazione dei lavoratori allo stop: il Psoe ha abbracciato senza riserve le ragioni dello sciopero, mentre Izquierda unida diserterà il voto del bilancio dello stato per partecipare al corteo, a cui si uniranno anche i principali collettivi sociali. Nel pomeriggio sfileranno, tra gli altri, la Piattaforma contro gli sgomberi (Pah) e il 25-S, che in serata cercherà di assediare nuovamente il parlamento. Il ministro degli Interni ha annunciato che prenderà misure adeguate a contrastare l’iniziativa e che la Policia Nacional verrà mandata a difendere la Camera e a sgomberare gli eventuali picchetti davanti ai posti di lavoro.
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