Secondo giorno di sciopero in Grecia

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In Grecia oggi continua lo sciopero generale di 48 ore iniziato martedì e organizzato dai due principali sindacati del paese per protestare contro le misure di austerità  che verranno votate oggi in Parlamento. Si tratta del terzo sciopero generale degli ultimi due mesi. Ad Atene la protesta di martedì è stata meno partecipata e decisamente più pacifica del solito: in Grecia praticamentenessuna grande manifestazione in questi mesi era stata maicompletamente pacificasenza violenze, mentre ieri non si sono verificati scontri né incidenti. Secondo la polizia hanno manifestato circa 40 mila persone, tra cui autisti di tram, taxi, metro, autobus, insegnanti, giudici, avvocati, funzionari delle poste e dipendenti pubblici in generale. Il traffico nella capitale è rimasto bloccato per alcune ore e molti voli sono stati cancellati o ritardati. Anche nella città  settentrionale di Tessalonica c’è stata una protesta a cui hanno partecipato circa 20 mila persone.

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Le misure di austerità  prevedono circa 13,5 miliardi di euro di tagli alla spesa pubblica da attuarsi entro il 2016, tra cui la sospensione della tredicesima e della quattordicesima per gli impiegati pubblici, l’aumento dell’età  pensionabile da 65 a 67 anni, tagli dal cinque al dieci per cento per le pensioni di più di mille euro al mese. Il provvedimento prevede anche un ulteriore aumento delle tasse, tagli agli stipendi di professori universitari, medici, giudici, diplomatici e membri delle forze armate, e nuove riforme che rendono più facile assumere e licenziare i dipendenti.

Domenica il parlamento greco dovrà  votare anche sul budget rivisto per il 2013-2014 e presentato la scorsa settimana dal ministro delle Finanze Yannis Stournaras: prevede per il prossimo anno un’ulteriore contrazione dell’economia superiore al 4,5 per cento e l’aumento del debito pubblico, che raggiungerà  i 346 miliardi di euro o il 189 per cento del prodotto interno lordo.

L’approvazione delle misure di austerità  e del nuovo budget è necessaria per ottenere un prestito di 31,5 miliardi di euro promesso dall’Unione europea, dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca centrale europea. Senza i fondi le casse dello stato greche rischiano di restare senza soldi entro il 16 novembre, quando è prevista una delle scadenze per il pagamento del debito pubblico. Il primo ministro Antonis Samaras sta cercando di ottenere il sostegno dei più scettici nella coalizione che lo sostiene e si prevede che l’austerità  passerà  seppur con una maggioranza limitata.


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