Sanatoria, oltre 141 mila domande: “valide anche le 7 mila compilate e non inviate”

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ROMA – Le domande di emersione dal lavoro nero dell’ultima regolarizzazione potrebbero superare quota 141 mila. A darne notizia è Saverio Ruperto, sottosegretario all’Interno con delega sull’immigrazione intervenuto questa mattina durante il seminario ”Emersione dal lavoro irregolare e ratifica Convenzione sul lavoro domestico” promosso dal Dipartimento politiche migratorie della Uil presso la sede nazionale del sindacato. In totale, infatti, i moduli compilati per avviare la procedura di regolarizzazione sono 141.498, ma di questi ne sono stati inviati 134.576. Quasi 7 mila domande compilate ma non inviate, ha spiegato Ruperto, su cui si sta riflettendo e che probabilmente verranno considerate come moduli inviati. Una buona notizia, ha commentato Giuseppe Casucci, coordinatore nazionale del Dipartimento politiche migratorie Uil. “Si tratta di persone che si sono autodenunciate – ha spiegato Casucci -. Speriamo che passino. L’atteggiamento del governo che ci è stato riferito è quello di far passare tutte le domande che sono state presentate. Un atteggiamento positivo, ma per quelli che rimangono in nero il rischio di espulsione c’è”.

Soddisfatto dei risultati raggiunti dalla procedura di emersione il sottosegretario Ruperto.  “Il bilancio è positivo – ha affermato -. Se valutiamo la vicenda dal punto di vista dei riscontri numerici abbiamo avuto i numeri che ci attendevamo. La previsione si attestava tra le 100 mila e le 150 mila domande, ne abbiamo avute 135 mila e quindi mi sembra che da questo punto di vista il risultato sia soddisfacente. Il contributo che attraverso questa norma si dà  all’emersione del lavoro irregolare è significativo. Chiaro che nessuno si può attendere di ottenere la totalità  dei casi e la totale sconfitta del lavoro irregolare. Sono obiettivi ideali che bisogna cercare di perseguire ma non sempre lo si può fare. Bisogna puntare al massimo obiettivo realisticamente perseguibile”. Per Casucci, invece, “si poteva fare di più”. “Se riducevano i costi della regolarizzazione e non mettevano il meccanismo di dover dimostrare la presenza in Italia al 31 dicembre ne emergevano almeno il doppio o probabilmente il triplo – ha spiegato Casucci -. Il problema vero è che c’è un blocco dei flussi in atto e l’unica forma per entrare in Italia per motivi di lavoro è quella irregolare. Siamo molto contrari a questo modo di gestire i flussi migratori. Pensiamo che vada rivisto tutto, la legge va riformata e avendo una legge che aggravava la situazione degli irregolari era imperativo far emergere il più possibile. Fare una roba a metà  è stato uno sbaglio”.

Il sottosegretario Ruperto, inoltre, ha confermato l’impennata delle domande inviate dopo il chiarimento giunto dall’Avvocatura dello Stato sugli organismi titolati a certificare la presenza in Italia degli stranieri irregolari alla data del 31 dicembre 2011. “L’analisi statistica ci ha indubbiamente detto che nell’ultima settimana, in particolare l’ultimo giorno, il numero delle domande si è notevolmente incrementato rispetto a quello dei giorni precedenti – ha aggiunto Ruperto -. Questo dipende dal fatto che negli ultimi giorni c’è sempre una corsa alla procedura, ma non può essere negato che l’incremento dei numeri è stato facilitato anche dagli orientamenti che sono stati assunti dal ministero dell’Interno a seguito del parere dell’Avvocatura. È sembrato opportuno rivolgersi all’Avvocatura per dare una sostanza giuridica ufficiale alle scelte, per non far pensare fossero solo orientamenti dovuti all’euforia del momento”.

Tra i temi affrontati durante il convegno anche quello della ratifica della Convenzione sul lavoro domestico. “Si tratta di una Convenzione che è stata approvata dalla Conferenza internazionale del lavoro a Ginevra l’anno scorso e che disegna una serie di norme minime per i lavoratori domestici. L’Italia ha una normativa superiore rispetto a quella della Convenzione. Il governo italiano l’ha appoggiata, la procedura di ratifica è in corso e pensiamo che possa essere ratificata prima che chiuda questa legislatura. In questo modo l’Italia sarà  il primo paese europeo che ratificherà  la Convenzione”. (ga)

 

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