Quel gioco a parti inverse
Eppure i due in vista della campagna per le primarie sono costretti a scambiarsi i ruoli. Il sindaco di Firenze capisce di non piacere agli anziani, che hanno paura di essere rottamati. Il segretario del Partito democratico, che è in affanno sul tema del rinnovamento, ci tiene a spiegare che lui non si può racchiudere nel recinto dell’usato sicuro. Il suo obiettivo dichiarato è quello di «conquistare i voti di Renzi». E quindi di dimostrare che le innovazioni non sono proprietà esclusiva del sindaco di Firenze. «Le novità non si fanno a chiacchiere, io le ho fatte, da ministro, e su questo sono una garanzia», dice il segretario del Partito democratico. Allora, ecco la confessione del leader: «Mi piacerebbe se gli elettori di Renzi si rendessero conto che le novità di cui hanno bisogno, io sono in grado di dargliele. Ho fatto le liberalizzazioni e non ho ancora finito». E non è solo per propaganda che il segretario del Partito democratico insiste su questo punto. È veramente e fermamente convinto di essere in grado di produrre novità , «quelle vere, quelle che servono». Semplicemente, per il leader del Pd il «rinnovamento va fatto non per strappi o attraverso le invocazioni alla rottamazione, ma con un lavoro serio e continuo, senza demagogie o populismi». Perciò negli ultimi giorni di questa campagna per le primarie il segretario del Partito democratico a caccia dei voti dei renziani rinnoverà il suo lessico e le sue proposte. Dall’altra parte, il sindaco di Firenze ha la paura opposta. Compulsando ogni giorno i sondaggi, il primo cittadino del capoluogo toscano si è reso conto che sul terreno della terza età la sfida è persa: gli anziani gli preferiscono il segretario del Partito democratico. Non c’è niente da fare, sono stati migliaia e migliaia a mobilitarsi nelle primarie, tanti non iscritti, anzi la maggior parte, tutti dai 65 anni in su, che sono andati a votare Bersani per paura della rottamazione. Renzi ne è conscio e cerca di parare i colpi. «Il cambiamento di per sé spaventa», ammette il sindaco di Firenze. «Se proposto in maniera aggressiva spaventa di più in particolare gli anziani». E ancora: «Il concetto di rottamazione è stato inteso erroneamente come voler fare a meno degli anziani. Ed è questo che fa che Pier Luigi abbia, nell’elettorato anziano, molto più consenso». Poi c’è il bottino di Nichi Vendola. Chi lo prende? Bersani è convinto di prendere centomila voti di Sel, Renzi più modestamente punta a cinquantamila voti del governatore della Regione Puglia. Il resto probabilmente non lo otterrà nessuno. Il segretario del Partito democratico punta ai consensi dei militanti e per questa ragione è pronto a fare i comizi elettorali con Nichi Vendola come sponsor, il sindaco di Firenze cerca i consensi di quelli che hanno votato per il leader di Sel ma non sono militanti né iscritti. Il resto nessuno nel Pd lo può decidere, perché dall’altra parte c’è Beppe Grillo. Ed è quella la sfida vera: chi riuscirà a sottrarre consensi ai grillini?
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