Province, Tfr statali, costi della politica

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ROMA – «Vogliono avere le mani libere per la campagna elettorale, non si sa più chi rappresenti il Pdl, peccato che chi ci va di mezzo sono i contribuenti e le imprese». Lo sfogo è del sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani, ex Bankitalia, vicino all’ex ministro del Tesoro Vincenzo Visco ma apprezzato anche da Giulio Tremonti. Arriva dopo che i capigruppo al Senato hanno deciso di rinviare in commissione l’esame della delega fiscale che avrebbe dovuto essere votata in aula nel pomeriggio di ieri. In serata il ministero dell’Economia manda una nota per sottolineare che «le frasi riportate da alcune agenzie di stampa e attribuite a Ceriani, non rispondono al suo pensiero». Ma è quello che in molti pensano e dicono. Come lo stesso relatore di maggioranza Giuliano Barbolini (Pd) secondo il quale «è in corso un specie di implosione dentro il Pdl e, nonostante in commissione ci siano persone molto competenti, sta prevalendo la lotta di potere e alcuni argomenti dentro la delega sono per questo alquanto urticanti».
Le mani libere, per elezioni sempre più vicine, riguardano in effetti argomenti dentro la delega fiscale che il Popolo delle Libertà  ha sempre guardato con diffidenza. Come la revisione del catasto o l’accorpamento delle agenzie fiscali per le quali il Pdl ha già  ottenuto il rinvio fino al giugno prossimo. Non c’è solo la delega a rischio. Ci sono anche i sei decreti legge già  in vigore e che devono essere convertiti. Si sta parlando dei costi della politica, della crescita e innovazione, del riordino delle Province, del terremoto del Tfr agli statali. Dentro la crescita ci sono norme molto attese dal mondo delle imprese come gli investimenti per il digitale, le start up, l’obbligatorietà  del tentativo di mediazione per le cause amministrative.
E infatti il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi è tornato a esprimere la sua preoccupazione sull’ipotesi di uno slittamento della delega fiscale. «No a rinvii i cui principi improntati a semplificazione, trasparenza e civiltà  giuridica – ha detto – sono i capisaldi di un cambiamento che il mondo delle imprese aspetta da anni e che sembrava finalmente vicino alla realizzazione». Stesso appello da parte di Rete imprese Italia il cui portavoce Giorgio Guerrini chiede una «rapida approvazione». Ma l’aria che ieri si respirava al Senato non porta a nulla di buono. Secondo il senatore finiano Mario Baldassarri, presidente della commissione Finanze, «è evidente che il via libera alla delega a questo punto arriverà  se non dopo Natale, cioè a babbo morto». E sottolinea la «singolarità  della decisione (la prima volta) di far tornare in commissione un testo già  ampiamente votato». Il presidente del Senato Renato Schifani (Pdl) in serata promette ai capigruppo che «l’analisi della delega procederà  anche durante lo svolgimento della sessione di bilancio».


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