Produttività : Cisl firma, Uil rinvia a domani
ROMA — Primi sì sindacali all’accordo sulla produttività con le associazioni imprenditoriali. Sono arrivati ieri dalla Cisl di Raffaele Bonanni e dall’Ugl di Giovanni Centrella. La Uil deciderà domani dopo la riunione della segreteria. Ma è quasi certa l’adesione anche della confederazione guidata da Luigi Angeletti. Mentre appare del tutto scontato il no della Cgil per quanto non sia stato ancora formalizzato. «Stiamo esaminando il testo. E ci prenderemo il tempo necessario», era il laconico commento che arrivava ieri dai più stretti collaboratori di Susanna Camusso. Informalmente è stata fissata una dead-line a mercoledì prossimo. «Resto ottimista — ha detto il presidente della Confartigianato che è pure il portavoce di Rete Imprese Italia, Giorgio Guerrini — anche se un ripensamento sembra difficile».
Dunque si va verso un nuovo strappo nelle relazioni industriali: da una parte tutte le imprese (Confindustria, Rete Imprese Italia, Alleanza delle cooperative, Abi e Ania), la Cisl, la Uil e l’Ugl; dall’altra la sola Cgil. Scenario simile al 2009, con Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, quando Confindustria (all’epoca presieduta da Emma Marcegaglia) firmò con Cisl e Uil la riforma degli assetti contrattuali. Una rottura che si è ricucita solo nel 2011 (il 28 giugno) con il nuovo accordo sui contratti e la rappresentanza sindacale.
L’ipotesi della prossima intesa fa perno sull’idea che per incrementare la nostra scarsa produttività (è ferma da almeno un decennio tanto che il premier Mario Monti ha parlato di «spread produttività ») si debba spostare significativamente il baricentro della contrattazione dal contratto nazionale (dagli anni ‘70 architrave del nostro modello) al contratto aziendale o territoriale (per le piccole imprese) cioè dove effettivamente si genera la ricchezza. La Cgil non contesta sostanzialmente l’impianto ma ritiene che la formula individuata possa portare a ridimensionare il contratto nazionale fino al punto di non permettergli più di tutelare il potere d’acquisto delle retribuzioni e senza più poter fissare i minimi contrattuali uguali per tutti i lavoratori della medesima categoria. Critica la Cgil anche su altri due capitoli: quello che permette ai contratti di derogare alle leggi su orari, mansioni e pure sulla vigilanza dei lavoratori; e infine quello che le altre parti non hanno accettato, cioè di riportare la Fiom al tavolo della trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici.
Ben diverso il parere di Bonanni, insieme al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, il più convinto sostenitore della soluzione trovata: «Questo accordo è sicuramente l’inizio di una nuova stagione di relazioni sindacali che porterà benefici complessivi sia al sistema economico italiano, sia alle buste paga dei lavoratori attraverso la detassazione del secondo livello di contrattazione, legata agli aumenti di produttività ». Con la legge di Stabilità , infatti, arriveranno 2,15 miliardi di sgravi per il triennio 2013-2015 dopo che in Commissione Bilancio della Camera 250 milioni sono stati dirottati a sostenere le popolazioni colpite dalle recenti alluvioni. Al Senato si proverà a ripristinare la dote iniziale. Il governo dovrebbe fissare i criteri per l’accesso ai bonus fiscali entro la prima metà di gennaio.
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