Occupiamo lo sciopero

by Sergio Segio | 14 Novembre 2012 7:18

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ROMA. «Voglio uno sciopero grande, che raggiunga anche l’amore. Uno sciopero dove nasca il silenzio per udire i passi del tiranno che se ne va». Potenti da mozzare il fiato, questi versi di Gioconda Belli potrebbero essere usati per dare corpo, e intelligenza, alla prima protesta paneuropea contro le politiche di austerità  della ditta Merkel, Monti, Draghi & C. Lanciato dalla Confederazione dei sindacati europei (Ces) in 23 paesi su 27, in Italia lo sciopero generale europeo è stato raccolto solo dalla Cgil che ne ha indetto uno parziale di 4 ore con decine di manifestazioni locali. Quella che da molti viene giudicata un’esitazione, permetterà  in realtà  di scoprire che lo sciopero di oggi sarà  degli studenti, dei precari, dei disoccupati che hanno lanciato lo slogan più ritwittato nelle ultime ore: occupare lo sciopero, a dispetto della debolezza dei sindacati divisi, e delle opposizioni «di sinistra» sfinite e insapori.
Al di là  dell’esito di questa giornata, vedremo una nuova generazione europea impadronirsi dell’antica, e nobile, immagine dello sciopero. Le 50 manifestazioni annunciate in Italia saranno popolate da lavoratrici e lavoratori, ma non più solo dipendenti a tempo indeterminato, ma anche indipendenti, freelance, autonomi, precari o inoccupati. Questo è il futuro del lavoro, anche se pochi al momento se ne sono accorti in Italia. Per fare emergere questa verità , bisognerà  rompere il maleficio che imprigiona da un anno il cuore, prima della parola, schiacciati dal debito, dalla depressione, dal terrore di restare working poors a vita.
Se non fossero a rischio i voli nei cieli di mezz’Europa, questa generazione interconnessa su scala continentale potrebbe confezionare un itinerario con i low-cost superstiti EasyJet. Da Roma – dove dalle 9 sono previsti due cortei studenteschi (dalla Sapienza e da Piramide) e due sindacali (Cgil e Cobas) – potrebbe recarsi a Parigi dove alle 14 partirà  il corteo della Cgt e degli studenti contro il traballante governo Ayrault, mentre la Cfdt ha scelto un profilo più basso per non scontentare Hollande. Scegliendo bene gli orari potrebbe planare su Madrid dove all’ora di cena il movimento 15-M si è dato appuntamento per assediare il Parlamento. Questo dovrebbe essere l’obiettivo anche dei cortei nella Capitale. Da piazza Venezia in poi i palazzi della politica saranno blindati. Il dispositivo della sicurezza ha previsto la rimozione dei cassonetti, ma non delle auto.
In tutta la città  si rincorrono le voci sulle azioni. Le scuole faranno blocco a Cinecittà , mentre a San Lorenzo partirà  un corteo dei lavoratori della cultura dal Cinema Palazzo che si ricongiungerà  a quello della Sapienza dove gli studenti bloccheranno l’accesso alle facoltà  e all’intero ateneo. Serrata totale. È stata annunciata un’azione al ministero dell’Ambiente, mentre Unicobas farà  un presidio al Miur. Il sindaco Alemanno continua a strepitare. Al Parlamento chiede addirittura una legge «che sottragga Roma al sequestro» dei cortei. Una città  dove, in realtà , si respira un tiepido, ma duraturo, fermento. Proseguono infatti le occupazioni dei luoghi simbolo della cultura: a Trastevere è stato occupato il cinema America . Non solo. A Padova è stato occupato il cinema Mignon.
Il motore di questa mobilitazione resta la scuola, in tutte le sue componenti. Ieri a Bergamo mille docenti e personale Ata sono scesi in piazza. A Roma sono decine i licei occupati. La Gilda ha comunicato il successo dell’astensione dalle lezioni nelle scuole da Nord a Sud. Al Policlinico Umberto I c’è stata un’assemblea con 3 mila docenti. Protestavano contro l’aumento dell’orario di lavoro a 24 ore (ormai sventato) e rivendicavano il diritto agli scatti di anzianità  maturati nel 2011.
Lo ripete al telefono anche Giulio, 60 anni, docente di educazione civica che insegna – a titolo gratuito – sociologia dello sport all’università . Insieme a 50 colleghi del Lucrezio Caro, tutti di rosso vestiti, ha fatto un flash mob all’Auditorium dov’è in corso il Festival del Cinema. Si sono incontrati alla fine delle lezioni. Sono arrivati al parco della musica alla spicciolata, hanno srotolato uno striscione: «La scuola che resiste».
«Non credo che lo sciopero sarà  un successo tra i docenti – afferma, dopo l’emozione che gli ha provocato il blitz sul red carpet riservato alle star del cinema – lo strumento dello sciopero è da ridiscutere. Chi è entrato oggi in ruolo per i prossimi nove anni non avrà  un incremento stipendiale. In queste condizioni non è facile rinunciare a 100 euro. Fanno la differenza». Eppure Giulio sostiene che nelle ultime quattro settimane qualcosa è accaduto nelle scuole. «Tante persone che per anni hanno subito passivamente i tagli di 8 miliardi, e atteso chissà  quale intervento salvifico, hanno detto no. La stessa cosa vale per gli studenti».

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