Monti: la patrimoniale? Non sono contro

Loading

MILANO — «Non ho nulla contro». Il premier Mario Monti si riferisce all’introduzione della patrimoniale, quella che «gli anglosassoni chiamerebbero tassa sulla ricchezza». E subito precisa: «Credo che molto dipenda su come viene costruita e da come viene usata, se come strumento ordinario di tassazione o come misura una tantum punitiva che vuole rompere con il passato». Ma conclude anche sottolineando che «la cosa peggiore sarebbe dire che vogliamo introdurre una tassa sulla ricchezza senza avere gli strumenti per farlo. Questo farebbe fuggire i capitali dall’Italia senza avere la possibilità  di fermarli».
Parole circostanziate pronunciate dal palco dell’Italy summit organizzato a Milano dal Financial Times su «Le nuove strade per la crescita», ma che hanno scatenano l’immediata reazione delle forze politiche, tanto da spingere Palazzo Chigi a diffondere una nota in cui si sottolinea che Monti «non ha affatto annunciato un intervento di tassazione sui patrimoni», precisando che il premier si è limitato a spiegare le scelte fatte «non come premessa di futuri interventi», pur ammettendo che «non è pregiudizialmente contrario a una modesta tassazione generalizzata del patrimonio». Del resto la patrimoniale, con i conti dello Stato da tenere sotto controllo, è diventata di attualità  anche in Paesi insospettabili come la Gran Bretagna, la Germania e l’Austria (questi ultimi due l’avevano abolita e ora vorrebbero reintrodurla), mentre in Francia il presidente Franà§ois Hollande ne ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia.
L’incontro milanese è stata l’occasione, per il presidente del Consiglio, per elencare i progressi dell’Italia sulla via del rigore e dello sviluppo, in una vetrina internazionale organizzata dal quotidiano finanziario della City, che non ha mai fatto sconti al nostro Paese. Il premier ha insistito anche sulla lotta all’evasione e alla corruzione: «Le misure e gli interventi contro la corruzione — ha detto — fanno pensare a una guerra, e in realtà  lo è. Non può esserci una società  civile senza un abbattimento dell’evasione fiscale. Lo stesso vale per la lotta alla corruzione».
Nel suo intervento Monti ha spiegato di avere un «approccio laico» alla patrimoniale e ha ricordato che «quando siamo entrati al governo, abbiamo rivisto questa possibilità , ma una delle tre componenti della nostra maggioranza multicolore non gradiva questa tassa». Il riferimento è al Pdl, che anche ieri non ha lesinato critiche. I capogruppo di Senato e Camera sono intervenuti a gamba tesa. Per Maurizio Gasparri è la «via sbagliata», mentre Fabrizio Cicchitto spera che sia «solo materia di studio». Il centrosinistra, invece, da sempre è favorevole a una tassa sui ricchi. E un’apertura era stata manifestata in passato anche dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ma solo in caso di emergenza.
La scelta di non introdurre la tassa sulla ricchezza, nella ricostruzione del premier, è dipesa anche da motivazioni pratiche e non solo politiche: «Abbiamo trovato delle difficoltà  â€” ha spiegato dal palco —. Il sistema di tassazione italiano non aveva informazioni sufficienti per costruire una tassa patrimoniale adatta». «A differenza di altri sistemi fiscali — ha precisato — in Italia non erano disponibili informazioni sulla proprietà  dei beni. Abbiamo allora approssimato la cifra aumentando la percentuale su alcuni beni già  tassati. E alla fine abbiamo preso la decisione sulla tassa sulla prima casa che era stata rimossa dal governo che ci ha preceduto e che però esiste in tutti i Paesi».
Francesca Basso


Related Articles

Il disturbo bipolare della finanza

Loading

LA CRISI INFINITA
Sale la disoccupazione e le Borse esultano. L’economia va meglio e crollano i listini. La schizofrenia del modello sociale neoliberista. Anticipiamo un brano della relazione che l’autore terrà oggi a Pordenonelegge Il dato più rilevante degli ultimi tempi è il fallimento delle politiche di austerità, e il fatto che la Unione Europea e la Troika continuano imperterrite sulla stessa strada.

Bernabè: vogliono espropriarci la rete

Loading

Il presidente di Telecom contro la norma che apre all’esterno la manutenzione dei cavi. I concorrenti: è giusta     

Manovra in Aula, l’Italia in piazza con la Cgil

Loading

Manifestazioni in 100 piazze italiane, da Torino a Catania, braccia incrociate per 8 ore, stop dei trasporti: è il martedì scelto dalla Cgil per lo sciopero generale, in perfetta coincidenza con l’approdo del decreto ‘incriminato’ nell’aula del Senato.

Bus, io sciopero

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment