Mediaset, primo trimestre in rosso della storia
MILANO — La drastica dieta avviata nel 2012 non salva Mediaset dal primo rosso della sua storia. Il crollo del mercato pubblicitario (la raccolta di spot a settembre e ottobre è calata di un drammatico 23%) ha aperto una voragine nei conti del Biscione che tra luglio e settembre ha perso 88 milioni di euro, quasi un milione al giorno. E se la situazione non migliorerà prima di dicembre – «allo stato non c’è nessuna inversione di tendenza», precisa in una nota la società – il bilancio del 2012 delle tv del Cavaliere si chiuderà in passivo. E le casseforti di Casa Berlusconi, Fininvest in testa, rischiano di rimanere a digiuno di dividendi.
La leadership di Canale 5 su tutte le fasce commerciali in autunno e il primato delle reti spagnole del gruppo non bastano a puntellare i conti. E come consolazione non valgono nemmeno i pesantissimi dati pubblicitari di settembre di Rai (-29,7%), Sky (-24,3%) e La7 (-14%). La crisi economica in Italia e Spagna ha penalizzato la raccolta di spot, calata del 14,9% da inizio anno nella penisola e del 14% a Madrid. A salvare, almeno in parte, i risultati è stato il piano di tagli ai costi varato con tempestività dal management lo scorso anno e attuato a tappe forzate: a fine settembre il conto economico di Mediaset beneficiava già di 220 milioni di risparmi, poco meno dei 250 previsti per fine 2014. A fronte di uno scenario in rapido deterioramento, però, il Biscione ha deciso di accelerare il lavoro di forbici e di ampliarlo, portando a 450 milioni l’obiettivo di riduzione delle spese.
L’orizzonte resta però tempestoso e l’obiettivo per l’ultimo trimestre dell’anno è quello di focalizzare l’attenzione sulla generazione di cassa (raddoppiata rispetto al 2011) e ridurre un indebitamento già sceso da 1,75 a 1,63 miliardi. Ma ben difficilmente la piccola ripresa della raccolta pubblicitaria attesa per dicembre basterà a riportare in carreggiata i conti, destinati a chiudersi secondo le stime del gruppo «con risultati in linea con quello dei primi nove mesi dell’anno». Vale a dire un rosso di 45 milioni.
A pagare il conto dell’annus horribilis di Cologno Monzese sarà anche la Fininvest, alle prese pure con i guai della Mondadori e i patemi d’animo del Milan. «È ancora presto per parlare di eventuali dividendi», ha detto ieri il direttore finanziario Marco Giordani. Ma ben difficilmente Canale 5 & C. – a meno di mettere mano alle riserve straordinarie – riusciranno a pagare una cedola ai soci. Non a caso via Paleocapa è da qualche mese a caccia di partner con cui suddividere oneri e onori delle sue partecipate. In prima fila ci sarebbero gli emiri del Qatar, pronti a rilevare una partecipazione nei rossoneri (in fondo hanno già in portafoglio il Paris Saint Germain di Carlo Ancelotti) e a diventare partner della pay-tv attraverso il loro canale Al Jazeera. Per quanto riguardo Mediaset Premium – ha gettato acqua sul fuoco Giordani – al momento «ci sono contatti, ma non negoziati».
Related Articles
Marcello Minenna: «Finanza ancora senza controllo. In Europa non ne siamo usciti»
L’economista Marcello Minenna fa il punto a dieci anni dalla grande recessione
Pensione parlamentari, ok alla legge a rischio di incostituzionalità
Montecitorio. Sì praticamente unanime, con l’astensione di Fi e Mdp e il solo voto contrario di Ap
Guerre commerciali. Web-tax, schiaffo Usa all’Europa
Gli USA hanno sospeso la loro partecipazione al negoziato Ocse, che prevede un ricavato globale dalla web-tax intorno ai 75 miliardi di dollari l’anno. Gli introiti dovrebbero servire a pagare gli interessi del piano di rilancio Ue post-Covid