by Sergio Segio | 16 Novembre 2012 6:08
TORINO— Milleduecentocinquanta assunzioni a Detroit mentre in Italia anche il 2013 sarà un anno molto difficile con una produzione simile ai livelli molto bassi del 2012. In diverse interviste rilasciate a testate americane (la principale all’autorevoleAutomotive news),Sergio Marchionne fotografa lo stato del suo impero a due velocità e garantisce: «In questo momento Chrysler dà man forte alla Fiat». Poi conferma: «La fusione entro il 2014 è inevitabile. Non sono questioni che si risolvono in due minuti, ma certo non possiamo avere una situazione di non controllo totale con limiti finanziari come quelli che abbiamo oggi».
Per quel che riguarda l’Italia, l’ad del Lingotto ripete: «Non ho alcuna intenzione di vendere l’Alfa». Nemmeno se la chiedono i tedeschi della Volkswagen? Perché tenere un marchio che perde soldi? «Semplicemente perché non è in vendita. Se io andassi da Ferdinad Piech e gli chiedessi di vendermi l’Audi – replica il manager ad
Automotive news – lui risponderebbe che non è in vendita». E dunque ipotizza un rilancio che passerà da un modello, l’Alfa Giulia, «prodotto in Italia e venduto in tutto il mondo». Potrebbe essere realizzato a Torino «se avrà la trazione posteriore e sarà basato sulla piattaforma della piccola Maserati». Quanto all’erede della Punto, «sarà basata sulla piattaforma della 500 o della Panda».
Marchionne prevede che in Europa il 2013 sarà ancora un anno difficile. Il gruppo venderà nel mondo 4,3 milioni di auto e di queste «almeno 2,6 milioni» saranno Chrysler. Dunque la Fiat dovrebbe vendere circa 1,7 milioni di automobili. Più di 700 mila saranno prodotte in Brasile, altre 200 mila dovrebbero essere le 500L made in Serbia e 300 mila quelle polacche. Il prossimo anno dunque la produzione italiana dovrebbe essere intorno a 4-500 mila pezzi, leggermente superiore a quella del 2012 grazie al trasferimento a Pomigliano della vecchia Panda.
Ben diversa la situazione in Usa: ieri pomeriggio Marchionne ha annunciato ai dipendenti dello stabilimento Mack I di Detroit che «entro la prima parte del 2014» investirà 200 milioni di dollari per una nuova linea di motori creando «250 nuovi posti di lavoro». Dal marzo 2013 invece verrà introdotto il terzo turno in un altro stabilimento di Detroit, a Warren, dove si realizzano i pick up Ram 1500. Qui verranno creati mille nuovi posti di lavoro. Annunci che sono stati accolti con applausi dagli operai riuniti in assemblea alla presenza del sindaco e dei dirigenti sindacali.
Nelle stesse ore in Italia è fallito l’ultimo tentativo legale, portato avanti dal Fismic, per impedire alla Fiom di avere rappresentanti sindacali a Pomigliano. La Cassazione ha respinto il ricorso Fismic confermando la validità della sentenza del tribunale di Torino che aveva sì giudicato validi gli accordi separati voluti dal Lingotto in Campania, ma li aveva annullati nella parte in cui escludono la Fiom dal diritto ad avere delegati. Così non appena i 19 cassintegrati iscritti alla Cgil rientreranno in azienda, la Fiom avrà diritto ad avere i suoi rappresentanti a Pomigliano.
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