L’ultima tentazione del Cavaliere un vertice per riprendere lo scettro
ROMA — Berlusconi è tornato da Malindi. Il Cavaliere è pronto a dar battaglia, non si rassegna. «Le primarie sono un errore, rischiano di distruggere tutto», ha ripetuto dal Kenya prima di anticipare il rientro inizialmente previsto per martedì. Cosa intenda fare resta un mistero per gli stessi fedelissimi. Ma il tam-tam è che sia tentato da un gesto clamoroso: ribaltare la decisione dell’ultimo ufficio di presidenza, chiedere una nuova deliberazione per cancellare le primarie e piazzare la sua candidatura. Una bomba atomica che di fatto delegittimerebbe Alfano e, con lui, l’intero gruppo dirigente. Un azzeramento totale. Preludio di una campagna elettorale combattuta con il simbolo di Forza Italia.
I segnali che voglia tornare alla guida sono molti e il nervosismo tra chi sostiene il segretario è palpabile. Le “amazzoni” sono pronte ad affiggere in tutta Italia un manifesto con la foto di Berlusconi impavesato da bandiere di Forza Italia e la scritta: “Sei e sarai sempre il mio presidente”. Rocco Crimi, berlusconiano di ferro e storico tesoriere prima di Forza Italia e poi del Pdl, si è dimesso dall’incarico su indicazione del Cavaliere. Dando plasticamente l’idea del disimpegno, anche finanziario, di Berlusconi dal partito. Ieri oltretutto il Giornale ha pubblicato con grande evidenza un sondaggio che pronosticava un «flop» per le primarie alfaniane. E un big come Fabrizio Cicchitto, ormai sponsor del segretario, è arrivato a definire quella del quotidiano di famiglia una «bufala», parte di una «campagna» orchestrata contro le primarie. Ma orchestrata da chi? Da Berlusconi ovviamente.
Altri indizi portano i sostenitori di Alfano a puntare il dito contro il fondatore. Il moltiplicarsi dei candidati alle primarie, ad esempio. Come il miliardario modenese Gianpiero Samorì, legato a doppio filo a Marcello Dell’Utri. «Berlusconi vuole un sfilza di candidature folcloristiche – attacca un uomo di Alfano – solo per sputtanare le primarie e ridimensionare il successo del segretario». Il clima interno è da resa dei conti. «Non so cosa accadrà osserva Daniela Santanchè ma non credo che finirà così. Ne vedremo ancora delle belle ».
Alfano è invece sicuro che la partecipazione ai gazebo sarà alta. Dieci giorni fa, durante una riunione a via dell’Umiltà con i coordinatori regionali, ha persino abbandonato l’abituale prudenza per distribuire un foglio che conteneva l’elenco dei «target» città per città . «Dobbiamo dire all’esterno che puntiamo al milione, ma in cuor mio – ha detto raggiante sono convinto che arriveremo a tre milioni». Solo grazie alla prontezza di riflessi di Ignazio La Russa i fogli con i «target» sono stati ritirati dalle mani dei coordinatori regionali, prima che filtrassero all’esterno: «Scusate, c’è stato un errore, prego restituiteli tutti».
In ogni caso ormai anche dall’altra parte il fronte del segretario si sta compattando, deciso a non farsi travolgere da quelle che vengono definite «mattane » del Cavaliere. Tutti gli uomini del segretario. C’è l’ala Comunione e Liberazione, con Maurizio Lupi e Mario Mauro. Ci sono gli ex forzisti come Sacconi e Cicchitto. E soprattutto è schieratissima con Alfano la falange degli ex An, che per una volta hanno messo da parte le loro storiche divergenze. Così La Russa ha convinto Giorgia Meloni a non candidarsi contro Alfano. E anche Gianni Alemanno, che fino all’ultimo meditava di scendere in campo in prima persona, ieri ha deciso di appoggiare senza se e senza ma il segretario. Il 17 novembre si ritroveranno a Milano, invitati da La Russa e Gasparri, per una dimostrazione di forza. Uno di loro, a patto di mantenere l’anonimato, la racconta così: «A questo punto possono accadere tre cose. La prima, improbabile, è che Berlusconi si rassegni ad Alfano e faccia da padre nobile. La seconda è che si candidi con una sua lista distinta e alleata del Pdl. E sarebbe la cosa migliore. Ma se intendesse andare avanti con la terza strada, quella di tornare a capo del Pdl rottamando Alfano, be’ allora noi ex An ce ne andremmo. E con noi verrebbero in tanti, anche tra i forzisti. Deve capire che la sua stagione è finita, serve una novità ».
Oggi il Cavaliere si consulterà ad Arcore con la famiglia e con gli amici storici. Poi prenderà una decisione. «Entro fine novembre», dicono i suoi. Anche per attendere la nuova legge elettorale e per valutare il successo o meno della Convention di Montezemolo. Ma la sensazione è che, annunciando di avere pronto un «dinosauro
dal cilindro», stesse pensando a una persona in particolare. La solita: se stesso.
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