«Pier Luigi i miei voti se li dovrà  conquistare»

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ROMA — Ha sperato fino all’ultimo momento di andare al ballottaggio, Nichi Vendola: «Confido nel primo turno». Basandosi sul refrain di Sel «i sondaggi di solito ci danno perdenti e le urne ribaltano la previsione», lo ha ripetuto anche ieri mattina al seggio di Terlizzi dove ha votato prima di ritirarsi a casa della madre: una giornata in famiglia, insieme con il suo compagno Ed Testa, in attesa di raggiungere la sera il suo Comitato a Bari.
Ma l’alta affluenza registrata nella sua regione (oltre centodiecimila elettori alle 17) non è certamente bastata, e il presidente della Puglia si è fermato a un terzo posto che il suo staff durante lo scrutinio assicurava ammontare al 20 per cento. Quel terzo posto che nei giorni scorsi gli osservatori avevano pronosticato e che già  all’inizio dello spoglio, mentre Vendola confessava «ho una lieve crisi d’ansia», era diventato certezza. In tarda serata, i dati reali di circa quattromila seggi fissavano il risultato al 15,1%, anche se mancava ancora lo scrutinio di molti comuni dell’Italia meridionale.
La questione principale ora si sposta sull’indicazione che il presidente della Regione Puglia darà  per il ballottaggio di domenica prossima. Secondo alcuni l’esito raccolto da Vendola soprattutto al Sud ha fatto evaporare la possibilità  per Bersani di vincere al primo turno. E, adesso che questo «tesoretto» di voti conterà  non poco per la conquista della leadership del centrosinistra, certamente da Sel non ci saranno deleghe in bianco ma contrattazione serrata.
Il leader di Sinistra ecologia libertà  dichiara di non «voler giocare da ago della bilancia», però è ben consapevole di poter basare la sua forza anche sul primo posto raccolto in Puglia («con una tendenza del 45%» alle 23 di ieri «grazie a otto anni di buon governo»), sul buon risultato della Campania e quello di Roma. «Si parte da zero. Ascolteremo con molta attenzione quello che nelle prossime ore diranno Bersani e Renzi – infatti afferma – e orienteremo il nostro sostegno a seconda delle parole che avremo ascoltato. Non c’è centrosinistra che possa vincere senza accogliere anche le nostre proposte». Se non rivela ancora dove vorrà  destinare le preferenze raccolte ieri, Vendola non risparmia critiche alla «bolla mediatica» Renzi e alle forze finanziarie che lo hanno sostenuto, e avverte Bersani che «se li deve conquistare i voti venuti a me al primo turno».
Come tutti gli altri candidati, il presidente della Puglia è soddisfatto per il successo partecipativo delle primarie, pur sottolineando di aver «combattuto a mani nude contro due giganti» per disparità  organizzativa ed economica: «Oggi il centrosinistra è un po’ più forte perché ha ritrovato un popolo. Ora deve cercare di non abbandonarlo. Questa consultazione ha dimostrato che la politica può essere un modo di ragionare su questioni cruciali della vita del nostro Paese». Per Vendola la giornata ha fatto vincere la politica intesa come «passioni politiche e non come un codice di risentimenti, di rancori, di violenza verbale»: «La politica come discussione che la comunità  fa sulla qualità  della propria vita, sulla qualità  dei servizi, sui diritti delle persone».
Non saranno stati risentimenti e rancori, ma il voto pugliese ha registrato qualche piccola polemica tra i concorrenti. Come il ricorso di Sel ai garanti nazionali per le primarie del centrosinistra perché ieri a Taranto circolavano, anche vicino ai seggi, alcuni camper promozionali di Matteo Renzi. O come gli scambi fra un tandem Comitato per Vendola e Comitato per Renzi contro i bersaniani in merito al presunto smarrimento di quattromila certificati elettorali nella sede del Pd a Manfredonia.


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