«Le statistiche? Serve un garante»

Loading

Servirebbero, dunque, anche nuove regole. E il presidente dell’Istat, ospite della ventottesima edizione della «Lettura del Mulino», organizzata dalla casa editrice di Bologna, formula tre proposte.
Primo. In Italia esistono altre «18 autorità  statistiche nazionali»: sono i centri studi dei ministeri e di altre istituzioni. Ciascuno di loro fornisce numeri e ricerche a volte contraddittori, con gravi conseguenze per i cittadini. Giovannini non fa esempi, ma è facile richiamare il caso degli esodati e della polemica tra l’Inps e il ministro del Lavoro Elsa Fornero. Il presidente dell’Istat, allora, suggerisce che venga adottato «un sistema come quello delle banche centrali». A livello nazionale l’Istat dovrebbe diventare una specie di Banca d’Italia della statistica, con il compito di condurre «la supervisione approfondita sugli altri produttori nazionali di dati».
Ma negli ultimi anni è cresciuta anche la «statistica privata», in cui operano, per esempio, l’ufficio studi di Confindustria, quelli dei sindacati o di altre realtà  come la Cgia degli artigiani di Mestre. Dice Giovannini, senza mai citare alcuna organizzazione: «I produttori privati di statistiche sono liberi di fare ciò che vogliono. E non c’è dubbio che approfittino appieno di questa opportunità , con la complicità  dei media, i quali non pretendono da loro lo stesso grado di trasparenza sulle metodologie che, giustamente, richiedono all’Istat e agli altri produttori pubblici». Morale: è arrivato il momento «di regolamentare anche la statistica privata affidando a un’Autorità  esistente, forse la stessa Agcom (Garante delle comunicazioni ndr), il compito di fissare standard minimi». Terzo e ultimo consiglio: «Le testate giornalistiche, vecchie e nuove, dovrebbero istituire, come avviene all’estero, la figura dello statistics editor, con il compito di supervisionare le citazioni dei dati statistici».
Il Parlamento ha già  affidato al governo una legge delega per riformare il «sistema statistico nazionale». Ieri, ad ascoltare Giovannini nell’ex chiesa di Santa Lucia, ora trasformata nell’Aula magna dell’Università , c’era anche il ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda (insieme con il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco e Romano Prodi). Si vedrà  se le proposte di Giovannini si riveleranno «inutili», come le «prediche» di Luigi Einaudi (1955) da cui ieri ha preso le mosse per costruire la sua Lettura del Mulino.
Giuseppe Sarcina


Related Articles

Gli 80 euro non bastano: consumi di nuovo al palo

Loading

Istat. L’economia è in discesa. Si prospetta un arresto della mini-crescita. E si attendono gli effetti della Brexit. Cresce la sfiducia tra le famiglie, rallenta l’occupazione

Il governo sull’ottovolante. L’Istat rivede al ribasso il Pil: 0,1%

Loading

+0,1% nel primo trimestre 2019. E l’andamento dell’economia resta “stagnante”.Per il presidente del Consiglio l’economia “non arranca”

Imballaggi. La seconda vita dei materiali

Loading

  Nel 2010 è stato raccolto il 74,9% di quanto immesso sul mercato e recuperato il 64,6%, ma il quadro è meno positivo di quello che potrebbe sembrare La differenziata dovrà  arrivare al 65% per tutti gli urbani entro il 2012 e la quota di riciclo al 50% entro il 2020. Siamo ancora lontani dall’obiettivo europeo.  Oltre 9 miliardi di euro di benefici, tra emissioni inquinanti evitate, taglio dei costi di smaltimento, indotto occupazionale.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment