by Sergio Segio | 10 Novembre 2012 8:36
NEW YORK — L’Iran spara sui suoi aerei, Al Qaeda uccide i suoi ambasciatori e nell’America sotto attacco il capo della Cia si dimette per un’affare extraconiugale con la biografa che si era portato in Afghanistan. Le dimissioni di David Petraeus fanno arrossire la Casa Bianca di Barack Obama ma rilanciano soprattutto polemiche e dietrologismi. La prossima settimana il capo della Cia doveva sfilare al Congresso per testimoniare sulla vicenda dell’assalto di Bengasi, l’attacco al consolato in Libia che costò la morte dell’ambasciatore Chris Stevens. La Casa Bianca e l’agenzia sono sotto accusa per la sicurezza mancata e le presunte coperture. Ma alla graticola il generale adesso scamperà : al suo posto andrà il vice e attuale reggente Mike Morrell.
“Dopo essere stato sposato per più di 37 anni ho mostrato così poco giudizio lanciandomi in una storia extraconiugale” ha confessato nella lettera di dimissioni l’ex generale, che per occupare alla Cia la poltrona di Leon Panetta, passato al Pentagono per sostituire Bob Gates, aveva lasciato l’arma. “E’ stato un comportamento inaccettabile come marito e come capo di un’organizzazione come la nostra”. Il generalissimo era salito giovedi alla Casa Bianca per confidarsi col presidente appena rientrato dalla festa elettorale di Chicago: anche questo un particolare che apre altri interrogativi. Davvero Obama non sapeva? Davvero si è presentato alle elezioni senza sapere nulla dell’inchiesta che i rivali dell’Fbi stavano conducendo sul generale? Domande che arrivano mentre a destra già contestano la rivelazione del Pentagono dell’altro giorno: perché la Difesa ha aspettato la reincoronazione di Obama per annunciare che il 1 novembre l’Iran aveva sparato sugli Usa?
A incastrare il capo della Cia sarebbe stata dunque l’Fbi che dopo una segnalazione avrebbe trovato indizi nelle mail di Petraeus: quella relazione aveva forse “potenziali rischi per la sicurezza del Paese”? Di fronte a una relazione extraconiugale uno 007 non può che mollare vista l’esposizione ai possibili ricatti. E il primo a fare il nome della donna è stato Fred Kaplan, firma di “Slate” e tra i più accredidati osservatori di cose militari: si tratterebbe di Paula Broadwell, l’autrice di “All In”, che per scrivere la sua biografia è stata con lui embedded, forse troppo embedded, in Afghanistan: malgrado il generalissimo all’epoca fosse stato sconsigliato, Paula è anche sposata.
L’addio del soldato che aveva portato la svolta vittoriosa in Iraq, e rilanciato le fortune della coalizione in Afghanistan, riporta alla memoria altre storie drammaticamente simili: e mai chiarite. Come le dimissioni per esempio di George Tenet, il supercapo della Cia di George Bush, che nel 2003 lasciò dopo la polemica sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein: inesistenti. E soprattutto col sospetto di essere stato lui a voler bruciare l’identità di agente segreto di Valerie Palme, la moglie dell’ambasciatore Joseph Wilson che aveva denunciato il Nigergate, cioè la costruzione false di quelle prove.
Il posto di Petraeus è stato subito preso da Morrell, uomo di lungo corso a Langley: c’era Morrell in viaggio con George W. Bush quel maledetto 11 settembre, c’era Morrell nella Situation Room di Obama quando fu ucciso Bin Laden il 1 maggio 2011. Al presidente, che già deve trovare il sostituto del segretario alla Difesa, con l’uscita annunciata di Hillary Clinton, ora tocca sistemare anche questa fondamentale casella: oltre a una probabile conferma di Morrell si fanno i nomi di John Brennan, il suo consigliere antiterrorismo, e Jane Harman, esperta di 007 e oggi a capo del prestisgioso Woodrow Wilson Center.
La prima volta di una donna alla Cia per sostituire il capo caduto per una donna?
No che non era il capitolo finale che David Petraeus — proprio il 7 novembre ha compiuto 60 anni — pensava di dover scrivere. Del soldatissimo a quattro stelle si era addirittura chiacchierato di una possibile corsa presidenziale sotto l’insegna repubblicana. Nella sua carriera aveva fatto bene in tutto e in uno statement Obama lo ha ovviamente ringraziato per il suo “servizio decennale” alla patria. Soldato ma non solo. Era stato Petraeus a sviluppare la dottrina vincente della “controinsurgenza”: nelle guerre superideologizzate del dopo 11 settembre non basta la forza militare, bisogna saper conquistare la fiducia delle popolazioni con la ricostruzione. Un soldato tutto d’un pezzo, sposato con Holly, la figlia di un altro generalissimo, William Knowlton, ex capo della prestigiosissima accademia di West Point. La sua foto svetta sull’ultimo “Newsweek” dedicato agli “eroi”. Commettiamo tutti degli errori, dice spiegando i segreti della leadership: l’importante è saperli riconoscere. Davvero la lovestory con Paula è soltato un errore? E l’averlo “dovuto” riconoscere è o non è l’ultimo servizio alla patria del soldato che non aveva mai perso una guerra?
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