by Sergio Segio | 13 Novembre 2012 7:50
Una piccola startup calabrese potrebbe salvare Telecom Italia. E le nostre coscienze di utenti del web.Salvare nel senso di ridurre di un terzo i costi di energia della principale compagnia di telecomunicazioni. Che sono pari ai consumi energetici di tutte le famiglie della città di Milano. Solo Trenitalia consuma di più, ma è questione di tempo: del resto più usiamo Internet e più aumenteranno i corrispondenti consumi di energia (e di conseguenza anche le emissioni di anidride carbonica nell’aria: già oggi siamo al 3 per cento del totale, praticamente pari all’intera industria aeronautica). Proprio ieri il vice presidente della commissione europea Noelie Kroes ha detto che entro il 2020 ben 50 miliardi di oggetti saranno connessi alla rete, naturalmente consumando energia: insomma, parliamo di un problema mondiale piuttosto serio. Che quattro giovani ricercatori calabresi hanno pensato di risolvere osservando il comportamento delle formiche e realizzando così un algoritmo che consentirebbe un risparmio energetico del 35 per cento. È la formula ecologica ed economica di Internet.
Cosa c’entrano le formiche con i computer? Molto più di quello che possiamo immaginare. Sono almeno vent’anni che gli informatici prendono in prestito gli studi dei biologi per affrontare problemi complessi, “matematicamente intrattabili”. Il più famoso è il bin packing problem, ovvero il problema di infilare tanti oggetti di dimensioni diverse in dei contenitori usandone il minor numero possibile. Fateci caso: assomiglia molto al problema che hanno davanti le “fattorie di computer” che fanno funzionare Internet. Mediamente ogni computer è usato soltanto al 30 per cento delle sue capacità ma visto che il traffico web varia in continuazione, nessuno ha trovato il modo di spegnere quelli in eccesso senza rischiare di far saltare la rete.
E qui vengono in soccorso le formiche che si muovono freneticamente senza nessuna strategia apparente: eppure il formicaio funziona alla perfezione e senza sprechi di energia. Una questione di comunicazione istantanea e di calcolo delle probabilità . Gli “ant colony algorithms” sono ormai consolidati come filone di ricerca ma nessuno, pare, aveva mai pensato di applicarli ai problemi energetici di Internet. Poi, alla fine del 2010, è arrivata Eco4Cloud, la società nata dal lavoro di quattro ricercatori dell’Istituto per il calcolo e le reti ad alte prestazioni del Cnr di Cosenza: Carlo Mastroianni, Agostino Forestiero, Giuseppe Papuzzo e Raffaele Giordanelli (ai quali poi si sono aggiunti Ivana Pellegrino e Domenico Talia). La loro intuizione è stata questa: il carico di lavoro non deve essere distribuito equamente fra i computer; infatti mille computer usati al 50 per cento consumano di più di 500 computer usati al 100 per cento. E quindi è meglio spegnerne la metà (ovvero ibernarli in modalità a basso consumo). La conclusione è così logica che sembra strano non ci abbia pensato nessuno prima: eppure, sostiene Mastroianni, «le soluzioni in circolazione
sono manuali, complesse e scarsamente adattabili, mentre noi proponiamo una soluzione automatica, semplice e infinitamente scalabile».
Da qui in poi è stata una progressione di successi per la piccola startup cosentina: nel giugno 2011 vincono la StartCup Calabria; a novembre a Torino vincono il premio speciale di Working Capital, il concorso di Telecom Italia che da tre anni valorizza e supporta le nuove idee di impresa. A stretto giro arrivano due milioni di euro di finanziamenti da dPixel e Principia, due fra i principali investitori del web. Nel luglio scorso Telecom decide di sperimentare le soluzione sul campo: nel centro elaborazione dati di Bari, dove sono al lavoro trentadue computer. Dopo alcuni aggiustamenti a settembre arriva il verdetto: risparmio confermato fino al 35 percento,raccontal’amministratore delegato di Telecom Marco Patuano per il quale «Eco4cloud rappresenta un felice caso di innovazione sostenibile, promossa dal basso e adottata da una grande azienda».
Telecom, che oggi ha una bolletta energetica di circa 400 milioni di euro, pensa in tre anni di risparmiare, non solo con questa innovazione, 170 milioni. Senza contare il risparmio ambientale interminidimancateemissionidi anidride carbonica.
Intanto ieri i fondatori di Eco4cloud erano a Salt Lake City per presentare il loro algoritmo alla più grande fiera del mondo di super computer: Cisco, la multinazionale che ha fisicamente costruito buona parte delle rete, lo sta già testando. Ma teoricamente fra i potenziali clienti ci sono tutti i colossi del web, Google e Facebook in testa, i cui stratosferici consumi energetici sono attentamente monitorati. Insomma questa storia di un gruppo di ricercatori di una struttura pubblica, alcuni anche precari, che in Calabria mettono assieme le loro conoscenze per realizzare un progetto tecnologicamente entusiasmante, sembra solo all’inizio.
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