La rete di immobiliari svizzere I misteri del cognato di Tremonti

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Noi però ci siamo incuriositi, e cercando di capire quali potessero essere i legami fra Ponzellini e il giovane Tremonti salta fuori che il figlio dell’ex ministro, 26 anni, di professione studente, possiede un patrimonio immobiliare di circa 10 milioni di euro. Giovanni condivide parte del patrimonio con la sorella Luisa; ad amministrare i loro beni è lo zio materno, l’ingegner Felice Beltrametti, attraverso la società  Nitrum. Ma Beltrametti è soprattutto l’amministratore della Generale Gestioni, che ha in pancia 133 unità  immobiliari (che includono 83 appartamenti, locali commerciali, capannoni), oltre a 62 ettari di terreno. Un patrimonio stimato dall’Agenzia del territorio di oltre 50 milioni di euro, terreni esclusi.
Il cognato dell’ex ministro è anche proprietario del 10% di questo grande patrimonio, il restante 90% è in mano alla Assiral Finance, un’anonima svizzera domiciliata nella periferia di Friburgo.
L’Assiral non ha uffici, né impiegati, ma solo un indirizzo presso la Fidutrust, anche questa anonima. Secondo Claude Brodard, fiduciario della zona, la vera convenienza nell’aver scelto Friburgo come sede, «non è tanto negli aspetti fiscali, quanto nel fatto di non far sapere chi è il reale proprietario degli immobili» e di conseguenza nessuno può andare a chiedere dove e come sono stati presi i soldi per comprarli.
Incrociando i dati negli archivi svizzeri, si scopre che l’amministratore unico dell’Assiral Finance è un manager che lavora a Lugano, si chiama Corrado Coltella. In passato ha lavorato per una società  americana specializzata in sistemi di sicurezza, e oggi, oltre a figurare in diverse strutture anonime, è anche il proprietario di una società  che produce sanitari. Il signor Coltella con noi ha preferito non parlare, ma lui sicuramente sa chi è il proprietario del patrimonio immobiliare amministrato dal cognato di Tremonti.
Il fatto curioso è che Beltrametti ci dice di non sapere chi sia questo Coltella, anche se stanno insieme in un’altra società  anonima svizzera, la Nextia, che in Italia si occupa di ristrutturazioni e installazioni di pannelli solari. Beltrametti ignora anche i nomi dei suoi soci svizzeri dell’Assiral, per conto dei quali amministra 50 milioni di euro in immobili. Ma scavando tra le carte del catasto qualche anomalia si trova. Nell’89, quando Beltrametti era già  amministratore della Nitrum, in società  con la sorella Fausta, moglie di Tremonti, accade che un’anonima svizzera di nome Gilbris svolge un’operazione di compravendita immobiliare usando lo stesso codice fiscale della Nitrum. È una semplice coincidenza? Un errore dell’impiegato del catasto? Sta di fatto che sette anni dopo a diventare amministratore unico della Gilbris (che nel frattempo ha cambiato nome in Securalarm, anche questa anonima) è lo stesso Corrado Coltella amministratore unico dell’Assiral, l’anonima proprietaria del 90% dell’impero immobiliare gestito proprio da Beltrametti. L’ingegnere però non ricorda neppure con quanti degli immobili ereditati dai genitori è entrato nella Generali Gestioni, né chi erano i suoi soci in quel momento. È anche vero che quando ti occupi di una decina di società  italiane, e siedi nei cda di altre svizzere, può essere complicato ricordare il nome dei tuoi soci.
Felice Beltrametti dal 1994 è anche presidente della Veco Business Service, un’altra anonima con sede a Lugano, che ha un oggetto sociale poliedrico: dall’organizzazione conferenze e congressi all’offerta di domicilio e ospitalità  alle società  anonime. Nel consiglio di amministrazione della Veco, a fianco di Beltrametti, c’è sempre Corrado Coltella, e fino al 1997 troviamo anche Stefano Camponovo, di professione fiduciario. Beltrametti però questo nome non lo ricorda. Stefano Camponovo fino al 2009 è stato nel Cda di un’altra fiduciaria, crocevia di varie indagini della Procura di Milano: la Doge Sa. I magistrati se ne sono occupati per una maxi evasione fiscale emersa nell’ambito dell’inchiesta sul crac Italtease. La Doge è poi finita nelle carte dell’inchiesta che ha coinvolto l’ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito.
Nel 2008 Belsito (all’epoca membro del cda Fincantieri) si rivolge alla Doge per consulenze finalizzate alla creazione di società  all’estero dove trasferire denaro dall’Italia. Dalle indagini sui conti dell’ex tesoriere emerge che Belsito effettuava versamenti di denaro alla Lega giustificandoli come fondi personali destinati ad «alimentare le casse del partito». Gli investigatori si erano insospettiti perché avevano riscontrato che quei versamenti fatti da Belsito erano superiori ai suoi redditi. Le indagini condotte in quegli anni sul tesoriere e sulla Doge, pur suscitando perplessità , non si conclusero con ipotesi di reato. Quattro anni dopo, i magistrati della Procura di Milano scoprono che Belsito reinvestiva in Tanzania i soldi pubblici che arrivavano alla Lega.


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