La mappa dei consensi: Sud e città  al leader, il sindaco forte nel Centro

by Sergio Segio | 27 Novembre 2012 7:14

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ROMA — Matteo Renzi stravince nella sua Toscana, avanza nelle Regioni «rosse», conquista le Marche e contende l’Emilia Romagna, coglie buoni risultati ma non sfonda nel Nord e si ferma a Roma. Pier Luigi Bersani dilaga al centro Sud, va bene nelle grandi città , a cominciare da Roma, e tiene nel Nord-est. La geografia elettorale del voto è complessa e più frastagliata di quel che sembra, anche perché si intrecciano dati politici nazionali con vicende locali e i consensi di Nichi Vendola e Laura Puppato, molto localizzati, influiscono sui rapporti di forze dei due principali sfidanti. Che leggono i dati, manco a dirlo, in modo diametralmente opposto. Per i renziani, «al Nord e nelle regioni rosse ha prevalso il voto d’opinione, mentre al Sud hanno vinto l’apparato e le clientele». Per i bersaniani, il segretario «ha interpretato meglio le esigenze del lavoro e dell’unità ».
Renzi ha rivendicato subito di avere «vinto, se non stravinto, nelle regioni rosse, noti covi di reazionari». Bersani ieri ha dato la sua interpretazione, diversa: «Magari in Toscana. In Emilia non direi, visto che abbiamo 10 punti di distacco e nell’Umbria siamo pari e patta». Inevitabilmente gli sfidanti hanno ottenuto buoni risultati nel loro territorio d’elezione. Bersani ha vinto nella sua città  natale, Bettola, e a Piacenza; Vendola ha superato il 50 per cento nella sua Bari; Laura Puppato ha avuto una buona performance a Montebelluna (43%) e si è difesa bene in tutto il Veneto (quasi il 10); Renzi ha superato il 54 per cento a Firenze; solo l’1,47 a Milano per l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci.
Ma è sulle Regioni che il ragionamento si fa più interessante. Al Sud Bersani poteva contare su molti uomini forti, da Gianni Pittella ad Andrea Cozzolino, da Enzo Amendola a Paolo De Castro, fino a Vincenzo De Luca (a Salerno Bersani ha preso il 64 per cento). Davide Zoggia, veneziano e bersaniano, la vede così: «Nel Sud il dato è omogeneo: Bersani supera ovunque il 50 per cento, tranne che in Puglia. Nelle regioni centrali non “rosse”, va bene. Così come nelle grandi città : Roma, Milano, Genova, Venezia, Trieste. Al Nord va bene in Liguria e in Lombardia, dove conquista 11 città  capoluogo su 12. Nel Nord-est anche, sia in Friuli sia in Veneto». Ma le roccaforti di sinistra traballano: «È vero, ci si aspettava di più, ma non c’è stata una slavina. In Umbria vinciamo a Terni e non a Perugia. Nelle Marche ad Ascoli e Ancona, ma non a Pesaro-Urbino, Macerata e Fermo».
Discorso più complesso per la Toscana, dove Renzi ha vinto con il 52 e rotti, con ottimi risultati ad Arezzo e Siena, dove il Pd sconta problemi locali e una gestione del governatore che evidentemente non convince. Il bersaniano Enrico Rossi, sconfitto anche nella sua città  (Pontedera), ammette: «Renzi ha incarnato meglio il messaggio del rinnovamento, dobbiamo riflettere». Ma molti accusano il centrodestra, in particolare i leghisti a Modena, di aver dato un aiutino a Renzi.
L’analisi di Zoggia su Renzi ne mette in luce i punti deboli: «Perde al Sud perché manda messaggi che criminalizzano quei territori. Ma il suo vero fallimento è non aver conquistato il Nordest, da dove aveva fatto partire la campagna e su cui contava. In alcune città , poi, è persino terzo, come a Roma e a Napoli».
Decisamente opposta la visione di Roberto Reggi, coordinatore renziano: «Al Sud non è scattato il voto di opinione. Noi partivamo da zero, Bersani aveva pezzi da novanta. Ma nonostante colonnelli e generali, le truppe non erano così numerose: a Napoli Bersani ha diminuito di molto il suo numero di voti. Vogliamo parlare di Piacenza? Quella è la sua città , lì è venuto più volte Errani, ma alla fine ha preso il 50 e noi il 40. Caro segretario, te lo dico amabilmente, la tua euforia non è obiettiva: con quelle forze avresti dovuto prendere il 90 per cento». Interessante anche il voto in Piemonte: Bersani prevale a Torino, Renzi ad Asti e Cuneo, terra di Tav, criticata dal sindaco di Firenze.
Reggi è stupito dal dato di Firenze: «Renzi è andato benissimo. Non pensiate che essere sindaco avvantaggi. Anzi, prendere decisioni impopolari spesso fa perdere consensi».

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