Italiani primi in Europa per il consumo di acqua in bottiglia

by Sergio Segio | 16 Novembre 2012 18:39

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ROMA – Gli italiani sono i primi consumatori in Europa di acqua minerale in bottiglia, nonostante i prezzi siano aumentati e l’acqua di rubinetto sia una delle migliori e meno costose del Vecchio continente: solo 1,2 euro per mille litri. È quanto emerge dalla conferenza stampa di lancio della campagna “Sull’acqua il massimo della trasparenza”, voluta da Coop e Federutility, che rappresenta il 95% delle aziende che gestiscono il servizio idrico, e tenutasi presso la Sala stampa estera a Roma. L’iniziativa, che coinvolgerà  500 punti vendita Coop di tutta Italia, vedrà  opuscoli e cartelli informativi all’interno delle Coop (vedi lancio precedente). “Gli italiani sono i primi consumatori in Europa di acqua minerale in bottiglia – ha spiegato Enrico Magliavacca, vicepresidente vicario di Ancc-Coop -, ma i costi per un prodotto che è a disposizione di tutti sono impensabili. Il prezzo dell’acqua in bottiglia è cresciuto negli ultimi 10 anni. C’è stato un incremento delle fonti ed è cresciuto in virtù anche del marketing che le singole società  applicano alla presentazione del prodotto di cui sono proprietari”.  

Costi non paragonabili con l’acqua fornita dal servizio idrico, ha spiegato Mauro D’Ascenzi, vicepresidente di Federutility. “L’acqua del rubinetto ha un costo di 1,2 euro ogni mille litri e non bisogna neanche andare a prenderla: c’è qualcuno che la controlla quotidianamente e la porta in casa. Una volta usata la raccoglie di nuovo, la depura e la restituisce alla natura pulita. Lavoro tanto più significativo se si confronta il prezzo in Italia con quello di altre città  europee, come Parigi dove costa 3 euro,  Copenaghen dove costa 6 euro o  Berlino dove costa 4,5 euro”. Un’operazione “in controtendenza – ha spiegato Magliavacca – e in questo senso può favorire anche il risparmio delle famiglie”. Ma la Coop, ha aggiunto Magliavacca, non è nuova a queste iniziative. “Pubblicizzando e impostando la nostra attività  sociale nei confronti dell’acqua del rubinetto – ha spiegato Magliavacca -, e favorendo quelle marche di acqua minerale vicine ai nostri punti di vendita abbiamo tolto dalla nostra rete di vendita alcune marche e tutto questo ha causato una riduzione del 2% complessivamente dell’acqua minerale, considerando che è anche un comparto importante. Ma noi cerchiamo di favorire in tutti i sensi i nostri soci e i nostri consumatori. L’acqua  un bene pubblico, questo ce lo dobbiamo mettere bene nella testa”. 

Per Luca Lucentini, direttore reparto Igiene delle Acque interne dell’Istituto superiore di sanità , il problema è che spesso “manca l’informazione sul mondo dell’acqua, su quali siano le attività  dei gestori idrici e delle autorità  sanitarie vengono messe in campo per garantire la qualità  delle acque ogni giorno. Non stiamo parlando di una matrice stabile, ma naturale, di cui la natura decide le caratteristiche, la quantità , la continuità . E noi controlliamo e garantiamo affinché resti il più possibile integra e sana nelle case degli italiane”.   

 

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