Irpef, stop alle aliquote ridotte Aumenta l’Iva dal 21 al 22%

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ROMA — Salta la riduzione delle aliquote Irpef ma in cambio ci saranno almeno per il 2013 sgravi specifici per i lavoratori dipendenti, la manovra sulle detrazioni e le deduzioni fiscali sarà  rinviata di un anno, e l’aumento dell’Iva sarà  limitato all’aliquota del 21% e non toccherà  quelle agevolate sui beni di prima necessità . Governo e maggioranza hanno trovato ieri un compromesso che modifica profondamente la legge di Stabilità  del 2013 che, senza modificare i saldi, punta comunque sulla riduzione delle tasse. «Un’inversione di tendenza, un piccolo passo che può avere un grande significato» ha detto il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, auspicando un ritorno della crescita economica nella prima metà  del 2013, che consentirebbe «di guardare anche oltre il traguardo del pareggio di bilancio». E ieri notte il consiglio dei ministri ha approvato il recepimento anticipato della direttiva Ue dei pagamenti che impone alla pubblica amministrazione di soddisfare i creditori entro 30 giorni, norma voluta dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che pone l’Italia all’avanguardia tra i maggiori Paesi europei. Il decreto prevede anche il passaggio dal 7% all’8% degli interessi legali moratori in più sul tasso Bce. Il termine dei 30 giorni varrà  anche nei rapporti tra le stesse imprese. Termini superiori a 60 giorni possono essere previsti solo in casi particolari e in presenza di obiettive giustificazioni. La norma si applica ai contratti conclusi dal gennaio 2013.
Tornando alla legge di Stabilità , l’intesa raggiunta da Grilli con i relatori del provvedimento in commissione alla Camera, Renato Brunetta (Pdl), Pier Paolo Baretta (Pd) e Amedeo Ciccanti (Udc), prevede la creazione di un fondo, nel 2013, per la riduzione della pressione fiscale alimentato dalla spending review sugli incentivi alle imprese affidata a Francesco Giavazzi e dai proventi della lotta all’evasione. Governo e maggioranza hanno anche concordato la destinazione del nuovo Fondo di Palazzo Chigi, circa 900 milioni di risorse, alla spesa sociale e ai non autosufficienti.
Le aliquote Irpef sui primi due scaglioni di reddito resteranno dunque invariate. L’operazione sarebbe costata 4,5 miliardi l’anno prossimo e 6,8 miliardi a regime, e una parte dei relativi risparmi sarà  utilizzata per la riduzione del cuneo fiscale, cioè la differenza tra il costo del lavoro per l’impresa e il salario netto che arriva al lavoratore. Per il prossimo anno lo sgravio fiscale dovrebbe riguardare solo i lavoratori dipendenti mentre dal 2014 l’abbattimento del cuneo interesserà  anche le imprese, forse con una nuova riduzione Irap.
Altre risorse serviranno per sterilizzare l’ipotizzato aumento dell’aliquota Iva dal 10% all’11% su alcuni beni e servizi di prima necessità  (carne, latte, verdura, frutta, acqua, energia elettrica, gas) da luglio 2013. L’incremento riguarderà  solo l’aliquota del 21%, che salirà  al 22%, applicata ai rimanenti generi di consumo.
L’accordo governo-maggioranza blocca anche la manovra su detrazioni e deduzioni fiscali cancellando la retroattività , il punto più contestato dai partiti. La franchigia di 250 euro per entrambe e il tetto di 3.000 euro per le sole detrazioni si applicheranno sulle dichiarazioni dei redditi 2013, quindi quelle presentate nel 2014. Per il momento la manovra sulle agevolazioni fiscali è sospesa e non si esclude che il governo possa articolarla in maniera diversa. Gli emendamenti che recepiranno le modifiche concordate dovrebbero essere presentati in commissione Bilancio nei prossimi giorni.
Sul tappeto restano ancora alcuni nodi da sciogliere, tra i quali le risorse per scongiurare l’allungamento dell’orario per gli insegnanti ed alcuni aspetti della nuova Tobin tax sulle transazioni finanziarie. E non è escluso che prima degli emendamenti si tenga un nuovo vertice tra governo e maggioranza.


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