by Sergio Segio | 8 Novembre 2012 14:32
Oggi si è aperto alla Grande sala del popolo di Pechino il 18esimo congresso del Partito Comunista Cinese (PCC), che si concluderà con una serie di nomine che rinnoveranno i vertici del partito con l’entrata in scena di una nuova generazione di dirigenti. Il congresso si tiene ogni cinque anni e per tutta la sua durata Pechino e tutta la Cina ne sentono la presenza: sia per l’imponente organizzazione collegata all’arrivo delle migliaia di delegati, sia per le misure straordinarie di sicurezza e di controllo che vengono imposte ai mezzi di comunicazione in tutto il paese.
L’avvenimento principale della giornata di oggi è stato il discorso di Hu Jintao, 69 anni, attuale leader supremo cinese: è segretario generale del PCC, presidente della Repubblica e presidente della Commissione militare centrale. A partire da questo congresso lascerà le cariche gradualmente, nell’arco di pochi mesi, per permettere la successione.
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Nel suo discorso, come riporta il New York Times, Hu Jintao ha riconosciuto che la Cina sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti e di «circostanze interne e internazionali complesse». Durante i suoi ultimi anni al potere, il PCC ha dovuto affrontare gravi scandali che riguardavano alti esponenti del partito, come Bo Xilai: Hu non ha fatto alcun riferimento specifico ai singoli casi, ma ha riconosciuto che il partito ha alcuni problemi, tra cui la corruzione, e che sia il PCC che la Cina – in cui, ha detto, ci sono problemi di equità e distribuzione della ricchezza – devono andare incontro a profondi cambiamenti. Ad ogni modo, Hu ha difeso davanti al congresso l’operato dei suoi circa dieci anni al potere, che sono stati anni di grandissima crescita economica e della costruzione di «una società moderatamente prospera».
Nel suo discorso, contrariamente a quanto avevano previsto alcuni esperti, Hu non ha preso le distanze politicamente da Mao e dal maoismo, che comincia ad essere datato per la nuova borghesia urbana e per i suoi valori: ha anzi ripreso alcune espressioni e parole d’ordine del fondatore della Cina comunista.
Al congresso partecipano 2268 delegati scelti dal partito e provenienti da tutto il paese. Formalmente le nomine saranno discusse e votate nel corso della prossima settimana, ma le decisioni sono già state prese da tempo in complessi negoziati e giochi di potere tra le principali personalità e correnti del partito. Come spesso accade in Cina, l’autorità va insieme all’età : secondo molti, il ruolo dell’ex leader supremo cinese, Jiang Zemin, 86 anni, continua a essere centrale.
Il successore designato di Hu Jintao, Xi Jinping, sedeva accanto a lui durante il discorso introduttivo, in attesa di prendere il suo posto nelle prossime votazioni al vertice del partito. Per accedere alle altre cariche, come quelle militari e la presidenza della Repubblica, Xi dovrà aspettare qualche altro mese, mentre non si conoscono ancora tutti i nomi dei massimi vertici del partito che verranno eletti nei prossimi mesi e che formeranno la cosiddetta “quinta generazione” della classe dirigente cinese.
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