Il giornalista che critica è licenziato o arrestato

by Sergio Segio | 1 Novembre 2012 8:21

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ATENE Duro giro di vite «alla russa» contro i cronisti che non sostengono le politiche del governo Epurazione nella tv di stato e processi a chi svela le «liste» degli evasori fiscali o è contro l’austerity Quattro giornalisti «scomodi» sospesi o arrestati in pochi giorni stanno scatenando una serie di scioperi e proteste dei sindacati dei giornalisti e tecnici.

Kostas Vaxevanis, il giornalista greco «colpevole» di aver pubblicato una lista di 2.059 presunti evasori greci e ciprioti nella sua rivista Hot Doc, affronterà  oggi da imputato le accuse in tribunale per violazione dei dati personali. In tutta la Grecia però cresce l’indignazione per la caccia al «giornalista stregone» mentre gli evasori continuano indisturbati a portare miliardi all’estero e sempre più gente paga il prezzo della crisi cercando di sfamarsi nella spazzatura o in mense improvvisate della chiesa.
Dopo Vaxevanis nel mirino della magistratura sono caduti altri due giornalisti, licenziati quasi in diretta dalla televisione pubblica, e un conduttore tv Spiros Karatzaferis – fratello di George, leader del piccolo partito di centro-destra Laos – arrestato poco in piena notte nello studio dell’emittente privata Art TV mentre stava affermando di avere documenti molto scottanti ottenuti da Anonymous , il gruppo di hacker che lunedì scorso ha attaccato il database del ministero delle Finanze trafugando e mettendo in rete documenti segreti sui negoziati fra il governo di Atene e la troika (Ue, Bce E Fmi). Il giornalista aveva detto inoltre di avere in mano le prove che il deficit della Grecia è stato fraudolentemente «forzato» per ottenere gli aiuti dei creditori internazionali.
Il fatto che l’arresto di Vaxevanis sia accaduto mentre parlava alla radio «Kokkino», l’emittente “rossa” di Syriza, ha scatenato la reazione degli ascoltatori, visto che in poco tempo si sono trovati fuori dalla sede della polizia di Atene a Gada sia deputati di Syriza che tanti militanti e attivisti di sinistra. Di che cosa è stato accusato dai giudici istruttori Vaxevanis? «Violazione dei dati personali» e più precisamente «l’elaborazione di dati personali». Un “delitto” che in Grecia si considera una infrazione lieve, tanto che subito dopo l’arresto il cronista è stato liberato.
Lo strano è che il maggior giornale quotidiano greco Ta Nea aveva pubblicato giorni fa una lista di presunti evasori artisti senza mobilitare però la magistratura e la polizia. Il giornale appartiene al maggior gruppo editoriale greco Dol, che insieme con la televisione Mega, di cui è co-proprietario, ha sostenuto i «memorandum», mentre il figlio del padre-padrone siede nei banchi del parlamento tra le fila del partito Nuova Democrazia. Nessun magistrato ha osato presentarsi alla porta del Dol per cercare il giornalista e il direttore del quotidiano per «la violazione dei dati personali» degli artisti della lista.
Due pesi e due misure, come hanno sottolineato in tanti, tra rappresentanti delle associazioni dei giornalisti, deputati di Syriza e semplici cittadini che sono scesi in piazza per sostenere il giornalista.
Vaxevanis si è scatenato dopo la sua liberazione contro i due ministri socialisti delle Finanze, Papakonstantinou e Venizelos, che avevano «perso» la «lista Lagarde», come in Grecia chiamano la «lista Falciani» con i presunti evasori fiscali stilata dalla banca Hsbc. Da qui pero comincia il giallo della lista che ha pubblicato Vaxenanis nel suo Hot Doc, visto che in questo elenco ci sono tanti nomi ma solo di pesci relativamente piccoli. Allora dove sono i grandi evasori fiscali? Quella di Vaxevanis è la vera «lista Lagarde», intera o frammentata, o è una bufala presa da una vecchia lista del 2002? Chi è sicuro che comunque questa vicenda ha «una dimensione politica» è Nikos Konstantopoulos, avvocato di Vaxevanis ed ex presidente di Synaspismos (il dipartimento Giustizia di Syriza si è mosso per sostenere legalmente il giornalista scoprendo un caso analogo in Finlandia che si è risolto in una bolla giudiziaria).
Valeva la pena tutta questa mobilitazione della polizia e della magistratura contro l’informazione? Per il governo Samaras probabilmente sì. E non solo. D’ora in poi l’autocensura sarà  d’obbligo nei mezzi di informazione, visto che i giornalisti Kostas Arbanitis e Marilena Katsimi sono stati licenziati quasi in diretta dalla televisione pubblica perché questi popolari presentatori del rotocalco informativo della mattina hanno osato dire, commentando la pubblicazione sull’inglese Guardian del caso di torture dei manifestanti e attivisti da parte della polizia greca, che il nuovo ministro della Protezione del Cittadino Nikos Dendias dovrà  rispondere di quelle rivelazioni.
La direzione della Net, la radiotelevisione pubblica greca, ha licenziato i due giornalisti senza nemmeno comunicare loro direttamente la decisione ma attraverso il caporedattore della trasmissione «Informazione del mattino», che i due presentano da anni.
Una cosa relativamente facile per la direzione della Net, visto che quando aveva deciso di tagliare l’orario della trasmissione agli inizi di settembre non aveva preso in considerazione la sua enorme audience. Perché allora Net aveva tagliato questo programma di successo? Probabilmente perché il popolare presentatore Arbanitis è molto indigesto al governo di Samaras, che lo considera come uno di Syriza. Ormai sembra un motivo sufficiente, questo, per non lavorare più per la televisione pubblica. Un passaggio da servizio pubblico a «tv di regime» che per molti però è già  stato consumato prima delle ultime elezioni politiche.

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