by Sergio Segio | 5 Novembre 2012 7:42
Gli Usa per i timori legati al fiscal cliff, quella “scogliera” che all’inizio dell’anno, in assenza di un accordo del Congresso, automaticamente farà scattare un imponente piano da circa 600 miliardi di dollari tra tagli di spesa e aumento di tasse, in grado di trascinare l’economia del Paese nella recessione e dare un colpo duro allo sviluppo mondiale. Di fatto però, viste le incognite dell’imminente voto alla Casa Bianca, la maggior pressione dell’analisi dei ministri dell’Economia e dei banchieri centrali dei venti Paesi più ricche del pianeta sarà indirizzata ancora una volta sul Vecchio continente. Anche se la Germania, per bocca del suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, ha messo le mani avanti mettendo in rilievo come Stati Uniti e Giappone «hanno una grande responsabilità nell’assicurare la stabilità finanziaria tanto quanto noi europei». Sull’Europa comunque peseranno gli interrogativi sulla possibile nuova ristrutturazione del debito di Atene ed anche le incertezze sulla soluzione delle difficoltà della Spagna che continua ad esitare nella richiesta di aiuti al Fondo salva Stati.
Il G20 messicano, messo di fronte ad una prospettiva di crescita mondiale che resta «modesta» è chiamato poi a fare un altro passo nella riforma delle regole della finanza, quelle che sta disegnando il Financial stability board. C’è da verificare lo stato di attuazione da parte dei vari Paesi di Basilea 3 e soprattutto i Venti devono dare il primo via libera alle nuove e più stringenti norme sulle Sifis, le banche sistemiche quelle cioè troppo grandi per fallire, too big to fail, per evitare che in caso di dissesti provochino come è stato per la Lehman, un terremoto mondiale. Le principali novità del pacchetto di proposte presentato dal Fsb riguardano l’avvio della catalogazione, per poter prevedere requisiti più severi di capitale, oltre alle banche anche le Assicurazioni sistemiche globali (G-Siis). Misure concrete a riguardo dovrebbero essere presentate nell’aprile 2013. E riguardano anche la road map per arrivare entro il 2015 all’effettiva riduzione del ricorso alle agenzie di rating.
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