Il Consiglio di Stato sull’Imu per la Chiesa I dubbi sul «no profit»
Se da un lato — grazie ad una nuova norma contenuta nel comma 6 dell’articolo 9 del decreto legge sugli enti locali, che oggi la Camera convertirà in legge — il Governo ha il potere di emanare il nuovo Regolamento (è stato così superato un primo parere negativo del Consiglio di Stato dovuto appunto alla carenza di delega dell’esecutivo nell’emetterlo), dall’altra, il contenuto del Regolamento non è stato giudicato soddisfacente rispetto ai parametri europei. La decisione (presa nel corso dell’adunanza della sezione consultiva di Palazzo Spada, giovedì scorso) è già stata scritta dal relatore Roberto Chieppa, e ora è all’esame e alla firma del Presidente del Consiglio di Stato, Giancarlo Coraggio. Infatti con la prima decisione del 4 ottobre, il Consiglio non era entrato nel merito del Regolamento (che peraltro è stato riproposto sotto forma di decreto ministeriale senza cambiamenti rispetto alla prima versione). Ma essendo ormai stato superato l’ostacolo della carenza di potere del governo dal momento stesso in cui è entrato in vigore il decreto legge sugli enti locali, il nuovo esame del Consiglio di Stato è entrato nel dettaglio. E mentre, secondo il governo, la disposizione è «in linea con gli orientamenti più volte espressi dal Governo e con le richieste dell’Unione europea, e essa non è stata modificata in alcuna parte dall’esecutivo durante l’esame alla Camera». Non altrettanto positivo sembra essere il giudizio del Consiglio. Una parte del Regolamento sotto esame è diretta a definire i requisiti, generali e di settore, per qualificare le diverse attività come svolte con modalità non commerciali. Essi — secondo il giudizio del Consiglio di Stato — non sarebbero in grado di superare le obiezioni europee nel corso della procedura d’infrazione alle regole di concorrenza, già aperta. Anche in caso di bocciatura del Consiglio, il governo in ogni caso può riproporre tal quale il Regolamento motivando le sue scelte. Per il direttore del giornale dei vescovi, Avvenire, Marco Tarquinio, non c’è nessuna opposizione da parte della Chiesa alla linea del rigore perseguita dal governo Monti: «Il cardinale Bagnasco su questo è stato chiarissimo a suo tempo ed inoltre le norme erano già chiare. E si smetta di stare dietro a leggende nere come quella che circola ancora della cappellina piazzata negli enti commerciali per non pagare le tasse».
M.Antonietta Calabrò
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