Idv, Di Pietro va al contrattacco
ROMA — Di Pietro contrattacca. Dalla sua casa con stalla a Montenero di Bisaccia (le cui visure catastali sono sul suo blog), posta ieri una lettera aperta al comico Maurizio Crozza. Comincia con un rimprovero («Se persino una persona per bene come te contribuisce a divulgare, in perfetta buonafede, le bugie dette in questi giorni…»), e prosegue denunciando la campagna «di disinformazione e di calunnia che ha raggiunto livelli allarmanti». Parla, l’ex pm, di «killeraggio politico». Un’abitudine che «nessuno quanto Berlusconi» ha sposato, e che ora «ha fatto scuola». Dopo le accuse della trasmissione tv Report sulle sue presunte speculazioni immobiliari con i soldi del partito, Di Pietro annuncia querele e una battaglia «a viso aperto». Mette una «puntigliosa documentazione » sul blog, perché «carta canta».
Le battute di Crozza in tv («Di Pietro doveva cambiare l’Italia e invece ha cambiato un sacco di case») avevano fatto un record di ascolto. Di Pietro non gradisce. Si difende dalle «sfacciate bugie» contrapponendo al potere televisivo («Idv è l’unico partito che abbia rinunciato a posti nel cda Rai, nelle reti Rai e nei tg») la «forza della verità e della Rete». È alla democrazia della Rete che l’ex pm-simbolo di Mani pulite, si appella. L’asse con Grillo e il M5S è nei fatti: non solo perché Grillo ha lanciato Di Pietro al Quirinale — lasciando immaginare un ticket nel 2013 — ma anche nella strategia di comunicazione politica, che è quella studiata da Casaleggio. A guidare le accuse nei suoi confronti, secondo Di Pietro, c’è «anche la paura di una possibile alleanza del fronte dei non allineati a Monti e al governo della finanza e dei finanzieri».
Idv però sta implodendo. Che il partito sia morto lo dicono i sindaci Orlando e De Magistris (per il quale Di Pietro dovrebbe farsi da parte). Il capogruppo a Montecitorio, Massimo Donadi ha aperto la sfida e prevede una scissione che ha in palio il “marchio” Idv. Valeva — fino ai sondaggi prescandali dipietristi nel Lazio, in Liguria e in Emilia — almeno l’8 per cento. Il partito è poi finito in picchiata, con un leader screditato proprio sul piano morale. Per questo Di Pietro ieri, dopo una mattinata a raccogliere olive, a conversare con la sorella Concetta (le ha intitolato un altro post), ha deciso di spezzare l’assedio: «Non arretro». Nei suoi progetti c’è la trasformazione di Idv in un Movimentone, che raccolga tra l’altro le simpatie della Fiom. Maurizio Zipponi ci sta lavorando da tempo. La resa dei conti non è più rinviabile e da domani inizia una settimana decisiva. Mercoledì ci sarà l’assemblea dei gruppi parlamentari Idv. Barbato e Zazzera hanno chiesto le dimissioni di Donadi. Sciogliere il partito per «trasformarlo» in un Movimento è la proposta di Di Pietro. Lo seguono molti fedelissimi. Li Gotti sostiene: «È finito il vecchio modello dei partiti, e ci affrettiamo a farne uno nuovo con regole diverse ». Pancho Pardi, senatore dipietrista ed ex leader dei Girotondi, però dà l’alt a fusioni con Grillo: «Sarebbe assoggettarsi».
E Grillo? Su twitter, e sul blog, rilancia un post del blogger Sergio Di Cori Modigliani sulla «Videocrazia oppiacea delle oligarchie». Dà ragione al guru del MoVimento 5Stelle, contestato dai grillini stessi per la frase sul “punto G” e l’orgasmo da talk show con cui aveva bacchettato la consigliera di Bologna, Federica Salsi. Dibattito online sul voto in Molise, la terra di Di Pietro. L’asse tra i due potrebbe partire da qui. Sui blog di Grillo e di Di Pietro pioggia di commenti. Molti quelli favorevoli all’ex pm per avere messo online le notizie sulle tre case dei tre figli, sulle due sue (più stalla) e le cinque della moglie online. Resta da chiarire la gestione dei soldi di Idv.
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