I paletti di Ambrosoli al centrosinistra lombardo

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MILANO — Umberto Ambrosoli detta le regole ai partiti, in vista della sua candidatura per la presidenza della Regione Lombardia, caldeggiata dalle forze di centrosinistra. Dal momento che il progetto «civico» vuole rivoluzionare anche i linguaggi della politica, non si dovrà  parlare di primarie ma di «forme di partecipazione popolare dell’elettorato lombardo». In una nota, dove la parola «primarie» non compare mai, si spiega che «la forma partecipativa indicata è quella di una prima giornata indetta da un Comitato civico entro la metà  del mese di dicembre in tutta la regione e in rete, che consenta a cittadine e cittadini di valutare il progetto di cambiamento e di contribuire allo sviluppo della campagna elettorale».
Consiglieri regionali e segretari della coalizione di centrosinistra, molti dei quali già  in mattinata avevano espresso le loro perplessità  sulla eccessiva presa di distanze di Ambrosoli dai partiti, avevano proposto una mediazione: si facciano primarie civiche, specificando in questo modo che la consultazione non riguarda soltanto candidati «politici» in senso stretto. Ma neppure questa proposta ha fatto breccia nelle intenzioni dell’avvocato, che pure ha voluto precisare di non avere nessuna ostilità  nei confronti dei partiti. «Ma se sono venuti a proporgli la candidatura — osservano alcuni dei più stretti collaboratori di Ambrosoli — con la chiara volontà  di mettersi al servizio di un progetto civico, come ha detto lo stesso segretario Bersani, ora devono essere disponibili ad accettare regole diverse». L’avvocato ha poi chiesto 48 ore di tempo, al termine delle quali presenterà  le «linee progettuali» del suo patto civico.
I partiti, in realtà , non sono molto soddisfatti delle condizioni poste da Ambrosoli e dai suoi. Durante la riunione della tarda mattinata di ieri, qualcuno ha obiettato sul fatto che «non possiamo soltanto portare voti ad un candidato che finora ha soltanto posto condizioni». Senza contare il fatto che nei partiti c’è chi pensa che si sarebbero potute premiare e valorizzare le professionalità  e le capacità  esistenti fra gli eletti, anche per non far passare l’idea che «chi fa politica è per forza corrotto o incapace». Il consigliere Pippo Civati, che secondo qualcuno potrebbe candidarsi a sorpresa in ticket con Giulio Cavalli di Sel, insiste: «Ambrosoli è un ottimo candidato. Ma ora basta con i distinguo e si proceda con il percorso indicato un mese fa».
Poi c’è, apertissima, la questione dei candidati che avevano annunciato la loro discesa in campo alle primarie e che non sono disposti a rinunciare a questo passaggio. La ginecologa Alessandra Kustermann, ad esempio, propone che i programmi di chi si candida siano pubblicati online e resi disponibili in tempo perché gli elettori possano consultarli e decidere per chi votare: «Ma si deve votare. Una testa, un voto». Così il consigliere regionale Fabio Pizzul, del Pd, ribadisce che «fino a quando i giochi non sono definiti, io continuo a raccogliere le firme».
La vicenda avrebbe dovuto risolversi durante la riunione della direzione Pd, convocata per ieri sera: ma un lieve malore del segretario regionale Maurizio Martina, che sta tenendo le fila di questa delicata trattativa e che ieri aveva partecipato al vertice con Ambrosoli, ha imposto il rinvio a oggi.


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