I mercati nel tempio

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Per primo il presidente della Consob Vegas e poi il ministro delle finanze Grilli, tramite la valutazione tecnica dei suoi esperti, si sono affrettati a comunicare come questa tassa affrettata rischi di sgonfiare i mercati finanziari, incentivare la fuga di capitali, quindi creare disoccupazione ed acuire il terrore della recessione. Una narrativa alimentata ad arte da tutti i giornali meanstream che sciorinano in questi giorni dubbi e dati alquanto opinabili, se non improvvissati.
Questo piccolo balzello non è senz’altro la panacea contro l’assoluto strapotere dei mercati finanziari, ma con la sua introduzione si otterrebbe, oltre ad un buon gettito già  inserito dal governo in finanziaria, un più equo livellamento tra la tassazione del lavoro e quella delle rendite, poiché a pagare la tassa sarebbero i grandi attori della finanza speculativa senza modificare il mercato per i normali acquirenti. Diminuendo il volume complessivo delle attività  finanziarie si libererebbero, inoltre, ingenti risorse da riallocare nell’economia reale e si favorirebbe inoltre una tracciabilità  dei movimenti di capitale.
Da oltre 15 anni tutti i tentativi di mettere un «piccolo granello di sabbia» tra gli ingranaggi delle potenti corazzate della finanza speculativa sono stati ripetutamente stoppati. Prima con la proposta di legge di iniziativa popolare per una Tobin Tax solo sulle transazioni valutarie, il cui iter non è mai arrivata in aula parlamentare né coi governi di centro destra né con quelli di centrosinistra. E ora si rischia lo stesso con l’azione last minute delle lobby per svuotare o ritardare la Ttf, proposta sostenuta dalla «Campagna 005» in Italia ed altre realtà  a livello europeo e globale.
Il governo «amico» ha provato a dare ascolto ai piagnucolanti mercanti, che meriterebbe di essere scacciati senza appello: modifiche al testo di legge riducevano la base imponibile escludendo tutti i prodotto derivati, introducevano il saldo a fine giornata che lascia evadere il maggior numero di movimenti speculativi, e indirizzavano il gettito verso il Fondo salva stati, cioè per salvare le banche medesime! Una mozione Pd ha fatto sì che l’emendamento «salva banche» dell’esecutivo andasse nettamente sotto (433 favorevoli, 6 no, 8 astenuti).
In queste ore la lobby pro-banche ci sta riprovando al Senato, dove è più potente. La Campagna 005 – dal numero della percentuale dell’aliquota che si chiede – ribadisce che occorre: a) applicare la tassa alla più ampia base imponibile tassando tutti i tipi di prodotti derivati; b) contrastare l’High Frequency Trading tassando ogni singolo movimento (non si tassano i saldi di fine giornata ma i singoli movimenti intra-day); c) tassare secondo il criterio di residenza delle controparti e di nazionalità  del titolo; d) giù le mani dal gettito: 50% welfare interno, 25% cooperazione internazionale, 25% lotta ai cambiamenti climatici.
Se non dovesse essere così, la palla passa a tutte le forze politiche che nel tempio vorrebbero entrarci, ossia oltre che i soliti partiti, tutti i movimenti che si presenteranno alle prossime elezioni per ottenere da subito l’impegno che l’eventuale normativa montiana in vigore da gennaio sia modificata dal prossimo esecutivo prendendo quale integrale testo base, quello della Campagna 005. E’ ora che i mercati siano scacciati dal tempio!
*Attac Italia


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