by Sergio Segio | 14 Novembre 2012 14:54
GROSSETO — Una voragine si è mangiata la macchina con dentro le vite di Paolo, Antonella e Maurizio. L’acqua dell’Albegna ha investito con violenza il ponte di Marsiliana per tutto il giorno, lo ha indebolito e la sera sulla carreggiata si è aperta una ferita di dieci metri per cinque. «Ho visto dei fari che illuminavano il buio, poi sono spariti all’improvviso, caduti in quel buco». L’unico testimone della tragedia è un contadino che vive in un podere poco distante. Non è ben chiaro se la strada abbia ceduto prima o nel momento del passaggio della Punto con le insegne dell’Enel, avvenuto intorno alle 22.30. Poco importa, la fine per gli occupanti sarebbe stata la stessa. L’auto ha fatto un volo di una quindicina di metri ed è stata investita dal fango e dai detriti trasportati dal fiume. Si è fermata dieci di metri più a valle, accartocciata come se avesse fatto un frontale accanto a un pilone del ponte.
E’ una serata maledetta in Maremma quella di lunedì. Di pioggia, tuoni e sirene. Da quasi 24 ore l’acqua ha invaso le campagne, ha isolato borghi e letteralmente trasfigurato il paese di Albinia. E la pioggia non accenna a fermarsi.
La protezione civile continua a sfollare persone per metterle al sicuro, i centri di accoglienza si riempiono, chi è a casa, anche a Grosseto, viene invitato a non mettersi in viaggio. Paolo Bardelloni, 59 anni di Grosseto, Antonella Vanni, 48 di Lardarello (Pisa), e Maurizio Stella, 47 di Follonica, lavorano alla centrale geotermica di Enel Power a Larderello. Sono stati a una riunione alla direzione centrale di Roma e alle 20.30 ripartono per la Toscana insieme ad altri colleghi che viaggiano a bordo di un’altra macchina.
Il rientro a casa è complicato. Già nell’alto Lazio il maltempo ha provocato chiusure di strade, arrivare vicino ad Orbetello per poi girare nell’interno e raggiungere le città dove vivono è molto complicato. Ci sono deviazioni, l’Aurelia è interrotta.
Allora si spostano sulla strada che porta verso est a Marsiliana nel comune di Manciano. E’ qui che salutano gli occupanti dell’altra macchina, diretti verso il monte Amiata. Loro imboccano la provinciale Sant’Andrea, verso nord. Cioè vanno verso i 170 metri del ponte maledetto. L’acqua lo sta sferzando da tutto il giorno, l’Albegna è diventato gigantesco e poco più a valle ha provocato un’alluvione. Percorrono pochi metri e poi scompaiono nel fiume.
La strada era chiusa dal primo pomeriggio, dicono dalla protezione civile. C’era un’ordinanza e c’erano i cartelli per allontanare gli automobilisti, spiega il presidente della Provincia Leonardo Marras. I carabinieri di Pitigliano, i primi ad intervenire dopo la chiamata del contadino, in effetti hanno trovato una transenna ed alcuni birilli a terra. Non ci si spiega come mai l’auto dell’Enel sia passata comunque. Tra i conoscenti delle vittime però qualcuno insinua che il divieto di transito non fosse così visibile, che altre macchine avrebbero attraversato il ponte prima della Punto. Su Youtube in effetti c’è un video che riprende il passaggio di auto durante il giorno. Addirittura delle vetture sarebbero transitate dalla provinciale di Sant’Andrea poco prima del crollo. La presenza e la chiarezza della segnaletica sono tra i punti che cercherà di chiarire l’inchiesta aperta ieri pomeriggio dalla procura di Grosseto. Si indaga per omicidio colposo alla ricerca di eventuali responsabilità per la morte delle tre persone e si aspetta la relazione dei carabinieri. Oggi i pm decideranno se estendere l’indagine ad altri aspetti dell’alluvione della Maremma, dalla prevenzione, ai sistemi di allarme e di intervento. Intanto l’autopsia ha chiarito che una delle vittime è morta per un trauma, un’altra soffocata dal fango.
«Sono disperata, non riesco a parlare. Non è possibile perdere tutto in una notte, per un banale incontro di lavoro». Claudia Martelli, la vedova di Maurizio Stella, è sconvolta. Suo marito era uno dei responsabili della sicurezza degli impianti geotermici di Enel Green power della Regione. Hanno due figli, di 12 e 14 anni. Paolo Bardelloni era impiegato nello stesso settore. Tra il 1985 e il 1990 aveva fatto il vicesindaco del comune di Monterotondo. Antonella Vanni era la responsabile del personale e viene descritta come donna seria e rigorosa. Aveva una bambina di 6 anni.
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