Gorno: il rilancio della crescita? Serve l’intervento dello Stato
«La crisi ha scosso molte convinzioni sul fatto che lo Stato debba restare fuori dall’economia», ha detto Tempini in un’intervista a Maria Latella per SkyTg24. E non si tratta, lascia intendere, di rievocare l’Iri, rimettendo in campo vecchi schemi ma di interrogarsi sul tipo di iniziative pro-crescita che si possono mettere in atto per aiutare le imprese «senza alterare la concorrenza». In quest’ottica «l’intervento dello Stato soprattutto in questi tempi, è necessario», come è stato dimostrato in altri Paesi, certamente più proiettati verso il mercato, come la Gran Bretagna.
Cinquant’anni, una carriera da banchiere privato prima di entrare nel pubblico, Tempini non si vuole porre neanche il problema della difesa dell’italianità nella gestione del Fondo Strategico Italiano. «Ogni azienda parte da una sua situazione ed ha bisogno di un suo assetto di azionisti» e per questo «guardiamo se il Fondo può contribuire alla crescita dell’azienda e non ci poniamo una questione di identità dei nostri partner». Così «se l’azionista si pone il nodo dello sviluppo dell’impresa è benvenuto». Ed è questa la linea seguita nelle trattative per entrare in Avio che si affiancano a quelle ancora in corso per l’Ansaldo Energia. «Abbiamo dichiarato che siamo pronti a investire in Avio: sono state avviate analisi e discussioni di soci e azionisti, ma i mercati volatili di questo periodo non hanno favorito il processo decisionale». Sono da leggere in chiave di spinta allo sviluppo anche gli investimenti nelle reti di telecomunicazioni e di energia. Nel primo settore si tratta di proseguire nel potenziamento delle reti di telefonia di nuova generazione, nel secondo di gestire, assieme a quello su Terna, l’investimento da poco concluso in Snam (acquisita per il 30%) «che è un’eccellenza italiana, estremamente ben amministrata, inserita nel quadro delle Grandi Reti, come Terna, che servono a dare l’opportunità a tutti gli operatori nel settore dell’energia di poter contare su un terzo polo in grado di permettere una maggiore competizione».
L’acquisto più recente, nel quadro delle dismissioni pubbliche programmate per ridurre il debito dello Stato, di Fintecna, Simest e Sace, metterà la Cassa anche in rapporto, seppure indiretto, con le industrie impegnate nell’export, come la Fiat e altri grandi operatori. Ma la società ha ben chiaro, ha sottolineato Tempini, il fatto che «gestisce denari privati», cioè la raccolta postale. «È un aspetto che non viene sufficientemente considerato. Ma è la prima nostra preoccupazione. È denaro che deve essere protetto e onorato, che va investito oculatamente e deve dare ritorno. Vanno date le giuste garanzie». Gorno Tempini ha poi rivendicato per la Cassa il ruolo di investitore di lungo termine anche se l’intervento nelle infrastrutture, come è il caso della Bre.Be.Mi, può dare, se non altro in termini di occupazione, anche un grande contributo immediato alla crescita.
Stefania Tamburello
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