“È la gauche a difendere l’ordine gli stranieri irregolari via dalla Francia”
PARIGI — «La sinistra può dimostrare di essere migliore della destra sulla sicurezza». L’uomo nuovo della politica francese è il quarantenne Manuel Valls, titolare del ministero dell’Interno, il posto da dove Nicolas Sarkozy seppe costruire la sua ascesa da “superpoliziotto”. In pochi mesi, il socialista Valls è riuscito a conquistare un’alta popolarità nei sondaggi, invece impietosi per il governo e il presidente Franà§ois Hollande. «I cittadini sono impazienti, è comprensibile. Ma è sulla durata che dobbiamo essere giudicati» ribatte lui, che oggi incontrerà al Viminale il ministro Anna Maria Cancellieri.
Nel 2011 tra Roma e Parigi ci fu un duro scontro per la gestione dei flussi di migranti. Acqua passata?
«Ormai le difficoltà sono alle spalle. Durante quella crisi abbiamo creato un comitato di alti funzionari che hanno permesso di risolvere i problemi, spesso legati a incomprensioni. Sono felice di rivedere il ministro Cancellieri, con il quale abbiamo iniziato a lavorare bene. L’Italia è un partner fondamentale per noi».
Lei che è figlio di immigrati spagnoli, da ministro dell’Interno continuerà a chiudere le frontiere?
«La Francia è sempre stata una terra d’accoglienza. Deve restarlo. Bisogna però agire con realismo, controllando i nostri flussi migratori. La società francese ha bisogno
di tranquillizzarsi su questo tema. Per questo voglio fissare regole chiare, trasparenti, tenendo conto delle situazioni individuali. Ma agirò con fermezza sulle espulsioni: gli stranieri che non sono nelle condizioni di rimanere in Francia dovranno tornare nel loro paese».
Il tema della sicurezza non è più tabù per la gauche?
«Questa evoluzione dei socialisti è piuttosto un ritorno alle origini. La sinistra, nel corso della sua storia, ha sempre difeso l’ordine, condizione necessaria al progresso sociale. La delinquenza e la violenza sono ingiustizie supplemen-tari, soprattutto per i ceti popolari.
La sicurezza è una priorità del governo proprio a causa del fallimento della destra».
Eppure quando ha dato il via libera alle espulsioni di alcuni rom l’hanno accusata di fare proprio come Sarkozy.
«Ho solo applicato le sentenze. Ma non c’è nessuna continuità con il precedente governo. Da parte nostra non c’è stata alcuna discriminazione, abbiamo dato una risposta radicalmente diversa in materia di rialloggio, scolarizzazione e integrazione. Tuttavia la questione dev’essere affrontata a livello europeo per aiutare i rom a integrarsi meglio nei loro paesi di origine».
Il terrorismo islamico è ancora una minaccia per la Francia?
«C’è una nuova minaccia terroristica in alcuni nostri quartieri, legata all’ascesa di un estremismo spesso di matrice salafita e segnato da un profondo antisemitismo. L’affaire Merah ha dimostrato l’esistenza di falle nel nostro sistema di intelligence e per questo stiamo mettendo a punto le riforme necessarie. La collaborazione internazionale è essenziale. A questo proposito, mi congratulo per l’efficacia del lavoro tra i servizi francesi e italiani».
Come spiega il crollo di Hollande nei sondaggi?
«La Francia, come altri paesi europei, fronteggia una crisi inedita. I cittadini incontrano nuove difficoltà . Hanno una gran fretta di vedere un cambiamento. Questa impazienza, legittima, si traduce in una certa impopolarità nei confronti di chi governa. Come Mario Monti, Hollande ha scelto di dire la verità ai cittadini».
Il ministero dell’Interno è già stato usato come trampolino di lancio per l’Eliseo. Sarà così anche per lei?
«Mi perdoni, ma qui si tratta di fantapolitica. La mia priorità è agire oggi. Mi è stata affidata una missione difficile: garantire la sicurezza dei francesi. Voglio che la sinistra dimostri di saper trasformare la società in modo durevole. Per questo, è necessario che Hollande sia presidente per 10 anni. È la mia unica ambizione».
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