Duello all’ultimo voto L’Ohio verso Obama ma la Florida è in bilico

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NEW YORK — Dopo una delle campagne presidenziali più costose e lunghe della storia, l’America ieri è finalmente andata a votare. Ieri notte, dopo la chiusura dei primi seggi, lo sfidante repubblicano Mitt Romney aveva 152 grandi elettori contro i 123 di Barack Obama. Al candidato repubblicano: Texas, Kansas, Oklahoma, Wyoming, Louisiana, South Carolina, Georgia, Tennessee, Alabama, Nebraska, South Dakota, North Dakota, Mississippi, Arkansas, Indiana, Kentucky e West Virginia. Al democratico: Illinois, Massachusetts, New York, Michigan, Maine, Vermont, Rhode Island, Connecticut, Delaware, Maryland, New Jersey e il District of Columbia dove sorge la capitale Washington.
Ancora testa a testa in Ohio (con Obama in vantaggio) e Florida, due stati decisivi che assegnano rispettivamente 19 e 29 grandi elettori. La Virginia (13), secondo gli exit poll, tendeva verso Romney, il New Hampshire verso Obama.
Cinque punti
Secondo il Wall Street Journal la sfida tra Obama e Romney si gioca su cinque punti. Il primo è l’affluenza alle urne, che, se ampia, darebbe una forte spinta al presidente uscente. Il secondo riguarda il colore della pelle degli elettori. Secondo i sondaggi il candidato repubblicano è il preferito dell’elettorato bianco, mentre il presidente uscente Barack Obama si aggiudica «tutti gli altri colori», dai neri agli ispanici. Terzo punto: il voto degli studenti, «l’arma segreta e allo stesso tempo tallone di Achille di Obama», secondo il quotidiano. Il quarto e quinto punto sono i risultati in Ohio e Virginia.
Il caso Ohio
Rischia di diventare una nuova Florida, dove nel 2000 i voti furono riconteggiati dopo che, alla chiusura dei seggi, soltanto cinquecento voti dividevano i due contendenti, il democratico Al Gore e il repubblicano George W. Bush. «Nel caso di un testa a testa», mette in guardia il New York Times, «potrebbero volerci settimane, se non fino a dicembre, per capire chi si è aggiudicato lo Stato decisivo nella corsa alla Casa Bianca». A differenza degli altri Stati, l’Ohio ha un numero record di voti provvisori, che non possono essere verificati nell’Election Day per diverse ragioni e richiedono mesi di accertamenti: da un nuovo indirizzo di residenza dell’elettore a una mancanza di adeguata identificazione.
Code e disagi ovunque
Tre, anche quattro ore di attesa ai seggi della Virginia e della Florida. Due ore a Milwaukee e in Texas. In Ohio, Pennsylvania e a New York il passaggio dalle antiquate macchine a levette agli scanner digitali ha creato confusione e caos. A Manhattan il malfunzionamento di alcune macchine per scannerizzare i voti, usate per la prima volta in un’elezione presidenziale, ha costretto gli addetti ai lavori a fare ricorso al vecchio metodo del voto su carta, rallentando così le procedure.
Il dopo Sandy
Secondo il Board of Elections di New York, sono ben 60 i seggi spostati dopo aver subito danni durante la tempesta. Il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha firmato un ordine esecutivo che permette agli sfollati di votare in qualsiasi seggio dello Stato. Mentre a Staten Island, dove migliaia rimangono senza casa, si è votato al buio, in una spettrale Atlantic City i residenti hanno disertato le urne. E in New Jersey, uno degli Stati più colpiti, gli elettori impossibilitati a recarsi alle urne hanno potuto esprimere la loro preferenza via email o fax, anche se le autorità  hanno poi precisato che «per motivi di sicurezza» verranno contati solo i voti espressi anche su schede cartacee inviate per posta.
Nuove regole
Tensione e contestazioni sulle nuove leggi ad hoc varate in alcuni Stati da governatori repubblicani che prevedevano l’obbligo di presentare la carta d’identità . In Pennsylvania, New Hampshire e Ohio le organizzazioni per la difesa dei diritti civili e il partito democratico hanno denunciato la pratica che in alcune località  periferiche ha indotto i presidenti di seggio a impedire di votare a chi era sprovvisto del documento. «È un gesto illegale — protestano i media — visto che nelle settimane scorse è stata la magistratura ad abrogare questi provvedimenti».
Vecchi e nuovi media
Le emittenti televisive americane, che da giorni seguono a tappeto il voto, hanno lanciato un avvertimento ai loro giornalisti: attenzione a come usate Twitter. Le reti, come Nbc News e Cbs, hanno cercato di evitare che la pubblicazione di indiscrezioni sull’esito dei voti prima della chiusura dei seggi potesse influire sull’affluenza alle urne. «Non ci sbilanceremo sull’esito del voto in uno Stato fino a quando ci saranno ancora schede da scrutinare», ha promesso Sheldon Gawiser, responsabile della copertura delle elezioni per Nbc News. Mentre il 22% degli elettori registrati al voto ha annunciato attraverso i social network come ha votato, il Washington Post ha invitato i lettori a fare lo stesso sul suo sito online.
Alessandra Farkas


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