Disoccupati all’11,4%, Pil ancora in calo
ROMA — Agire sul cuneo fiscale e intervenire solo sull’aliquota ordinaria dell’Iva (21%) nella legge di Stabilità «avrebbe un effetto di stimolo (ancorché contenuto) dell’occupazione e di riduzione dell’inflazione».
È quanto suggerisce l’Istat nel Rapporto sulle prospettive dell’economia italiana 2012-2013, reso noto ieri, che disegna uno scenario a tinte fosche per il nostro Paese, con una flessione del Pil (prodotto interno lordo) del 2,3% quest’anno e dello 0,5% l’anno prossimo. Numeri leggermente diversi da quelli della nota di aggiornamento del Def (documento economico e finanziario) di settembre, secondo cui per l’anno in corso il Pil scenderebbe un po’ di più, cioè del 2,4%, mentre nel 2013 calerebbe di meno, cioè solo dello 0,2%.
La caduta del Pil, si legge nel rapporto, dovrebbe proseguire «con intensità sempre più contenute, fino al secondo trimestre del 2013», trasformando la crisi in atto in quella più lunga degli ultimi dieci anni: quella del 1992-1993 è durata sei trimestri, quella del 2008-2009 cinque trimestri, questa, iniziata nel terzo trimestre 2011, ne durerebbe otto.
Unico macrodato positivo, la domanda estera che «risulterebbe, in entrambi gli anni, la principale fonte di sostegno alla crescita, con un contributo rispettivamente pari a 2,8% e a 0,5%», mentre il contributo della domanda interna è negativo sia nel 2012 (-3,6%) sia nel 2013 (-0,9%)».
Il problema è sempre la caduta dei consumi, crollati del 3,2% quest’anno. Nel 2013, la spesa risulterebbe ancora in calo (-0,7%), «a seguito delle persistenti difficoltà sul mercato del lavoro e della debolezza dei redditi nominali».
Nel 2013 il tasso di disoccupazione continuerebbe a salire dal 10,6% di quest’anno all’11,4%, a causa del contrarsi dell’occupazione, fenomeno cui si dovrebbe accompagnare un aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata. In calo verticale anche gli investimenti fissi lordi (-7,2%) quest’anno mentre nel 2013 le prospettive di una ripresa del ciclo produttivo e il graduale miglioramento dell’accesso al credito porterebbero a un rallentamento (-0,9%) della caduta.
Lo scenario di previsione, scrive l’Istat, «è connotato da diversi elementi di incertezza relativi sia al quadro internazionale, sia a fattori interni (elezioni politiche nel 2013)». A fronte del perdurare della debolezza della domanda interna, un elemento determinante è rappresentato dall’andamento del commercio mondiale, «a sua volta fortemente dipendente dall’evoluzione del ciclo economico internazionale».
Ulteriore elemento di incertezza per l’Istat è la composizione della legge di Stabilità : un intervento sull’Iva limitato all’aliquota ordinaria, accompagnato da misure di riduzione del cuneo fiscale in sostituzione della manovra sulle aliquote e le detrazioni dell’imposta personale sui redditi, ancorché auspicabili per ridurre inflazione e disoccupazione, avrebbero effetti sulla crescita del Pil nel 2013 «poco significativi».
Antonella Baccaro
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