Disabili a Montecitorio, contro i tagli a tutto spiano

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Più di quaranta associazioni da tutta Italia hanno unito la voce per gridare che l’handicap non può essere considerato un costo. «Tutti a scuola», «Fish», «Anpas», «Unione Ciechi», «Associazione Papa Giovanni», solo per citarne alcune, da altrettante città  come Napoli, Milano, Firenze, Padova; le tante cooperative sociali che quotidianamente offrono un servizio insieme a tanti genitori per il sostegno in classe.
«2 miliardi 516 milioni stanziati nel 2008 – ricorda Carlo Giacobini, di Fish – ridotti a 220 milioni nel 2012». «Tanto vale riaprire il T4 (progetto di eliminazione dei disabili fisici e psichici nei lager, ndr) – qualcuno grida dal palco – e gettare tutti nei forni crematori». «Se vogliono eliminarci – fa eco Massimo Vita, Unione ciechi – noi elimineremo loro uno per uno», mandandoli a casa per mancanza di voti.
Un campanello d’allarme per la Commissione affari sociali, che ha ricevuto la delegazione dei manifestanti e promesso un aumento del fondo di 900 milioni. Ma in tempo di elezioni si sa quanto valgono le rassicurazioni, considerando che sull’altro piatto c’è il coro unanime dei partiti al momento del voto. «Nessuno di loro si è opposto in parlamento a queste norme infami – dice Toni Nocchetti, Tutti a scuola – mentre si aumenta del 40% il finanziamento per gli Joint Strike Figher». Ricordiamo che già  la legge di stabilità  del 2011 a firma Tremonti aveva declassato le disabilità  tagliando così per via amministrativa indennità  e accompagno.
Fra le norme incriminate vi è «l’azzeramento per il 2013 del 5% per le Onlus – ricorda – e l’elevazione della franchigia sulle donazioni a queste organizzazioni. E non basta, perché ai tagli va aggiunto l’obbligo di denuncia dell’indennità  per l’accompagno nel certificato Isee: ‘fa reddito’, capite, tanto che hanno provato anche a imporlo per la dichiarazione Irpef».
A questo poi si aggiunge il fronte della scuola: 215mila alunni disabili con 63mila insegnanti di sostegno e 32mila cui non è stato rinnovato il contratto, ergo un insegnante per quattro ragazzi e un girone infernale ogni inizio d’anno: centinaia di famiglie fanno ricorso (10.000 finora), ottengono una sentenza favorevole, il Miur elargisce gli insegnanti per quell’anno, e poi si ricomincia. E’ vita questa? No, e non è democrazia, se nega il diritto alla vita. Perciò è da qui che bisogna ricominciare.


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