Detrazioni, tetto in base al reddito

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ROMA — La partita per diminuire il cuneo fiscale del reddito si giocherà  sulle detrazioni e in quale fascia di reddito farle cadere. Per ora destinate ai lavoratori dipendenti probabilmente nella fascia tra i 40 e i 55 mila euro di reddito all’anno mentre solo nel 2014 si potrà  prevedere una estensione agli autonomi. Intanto oggi pomeriggio la commissione Bilancio della Camera inizia l’analisi degli emendamenti al provvedimento sulla legge di Stabilità  preceduta da un incontro tra i relatori e il Tesoro per arrivare finalmente a cifrare l’entità  del «tesoretto» saltato fuori dopo la rinuncia del governo allo scambio Irpef-Iva.
Sempre oggi, dopo il blitz in commissione contro il governo, l’esecutivo dovrà  rimodulare il decreto sui costi della politica, con due delicate norme su Equitalia e sul terremoto in Emilia. Una volta individuato il valore del tesoretto bisogna vedere quale ricetta prevarrà  visto che la maggioranza che sostiene il governo ha visioni piuttosto differenti.
Infatti le ricette dei due relatori, Renato Brunetta (Pdl), che ieri ha ipotizzato la cancellazione dell’Imu sulla prima casa dal 2014, e Pier Paolo Baretta (Pd) si dividono: il primo vorrebbe convogliare questi soldi tutti sul capitolo dei salari di produttività , mentre il secondo punta sull’aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente o anche per i carichi familiari. Baretta spinge anche per una riedizione del credito di importa per la ricerca e l’innovazione ma con regole in grado di evitare abusi come avvenuto in passato.
Le richieste della maggioranza aumentano insieme alla necessità  di reperire maggiori risorse. Un settore dove da tempo si parla di interventi pesanti è quello di una revisione delle agevolazioni fiscali. Si tratta di oltre 700 voci per oltre 25o miliardi, censiti un anno fa dall’attuale sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani. Di questi miliardi oltre 80 sono blindati, perché fanno parte della stessa struttura impositiva (le detrazioni per familiari a carico, per lavoro dipendente, ecc) o perché servono a evitare la doppia imposizione o perché attuano principi costituzionali. In ogni caso una manutenzione su ogni singolo capitolo è fattibile e i tre relatori hanno chiesto al Tesoro di effettuarla.
Vedremo come andrà  a finire questa difficile partita aperta già  quattro anni fa dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. È probabile che ci si limiti ad intervenire solo sulle detrazioni riguardanti le imprese di cui si è occupato l’economista Francesco Giavazzi (e collaboratore del Corriere) su mandato del premier Mario Monti. Baretta propone, come detto prima, che quei risparmi rimangano al sistema delle imprese ma sotto forma di credito di imposta per la ricerca e l’innovazione, come ha chiesto Confindustria. Altra questione sono la franchigia di 250 euro e il tetto di 3.000 euro alle detrazioni. La loro eliminazione dalla legge di stabilità  costa rispettivamente 600 e 300 milioni.


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