“Controfinanziaria” da 29 miliardi per uscire dalla crisi senza tagli ai diritti

by Sergio Segio | 27 Novembre 2012 14:48

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Roma – Una “controfinanziaria” da 29 miliardi di euro, con 94 proposte specifiche e dettagliate per uscire dalla crisi salvaguardando i diritti. E’ il rapporto “Sbilanciamoci! 2013”, presentato oggi a Roma. Un documento di 186 pagine di analisi, soluzioni e idee concrete che passano in rassegna criticamente le politiche del governo italiano e di Unione e Commissione europea e delineano un modo diverso di usare la spesa pubblica.

“La filosofia di quest’anno – si legge nel rapporto – è opposta a quella delle politiche neoliberiste e di ‘austerity’: per fronteggiare la crisi bisogna investire nel rilancio dell’economia, nella redistribuzione della ricchezza e in un nuovo modello di sviluppo sostenibile e di qualità . Per far crescere la torta bisogna prima fare delle fette più eque per tutti. È ora che i mercati finanziari, i rentiers e le banche si facciano da parte”.

Il “cambio di rotta” di Sbilanciamoci! consiste, dunque, “nell’uscire dalla crisi in un modo diverso da quello con cui ci si è entrati. Serve un modello di sviluppo in cui, alcune merci, consumi, pratiche economiche siano giustamente condannate alla decrescita (il consumo di suolo, la mobilità  privata, la siderurgia inquinante) e altre siano invece destinate a crescere; quelle di un’economia diversa che abbia tre pilastri: la sostenibilità  sociale e ambientale; diritti di cittadinanza, del lavoro, del welfare degni di un paese civile; la conoscenza come architrave di un sistema di istruzione e di formazione capace di far crescere il paese con l’innovazione e la qualità ”.

Dure le critiche al governo Monti: “Delle tre parole con cui ha avviato la sua opera riformatrice – rigore, crescita ed equità  – ha applicato solo la prima e solo a danno dei lavoratori, dei pensionati e  dei giovani. Ha varato discutibili provvedimenti sulle pensioni e sulla riforma del mercato del lavoro. Le misure sulle liberalizzazioni sono state un flop. E poi tanti, tanti tagli: alle risorse come ai diritti. Nessuno – o quasi nessuno – investimento nella crescita. Di ‘impressionante sforzo riformatore” – come ha detto la Merkel a proposito dell’operato del governo Monti – c’è ben poco. Tanta tecnocrazia, tanto neoliberismo, tanti favori ai mercati finanziari e tante batoste per la povera gente”.

“Il ‘cambio di rotta’ che vogliamo – conclude il rapporto – deve ripartire, ancora, dalle persone, dagli anziani e dai disabili che sono abbandonati dallo Stato, dagli operai dell’Alcoa che devono salire sui silos per farsi ascoltare, dai cittadini immigrati lasciati affogare nel canale di Sicilia, dai giovani che tornano a emigrare all’estero, dagli studenti che vengono espulsi dalle università , dalle donne discriminate sui posti di lavoro. Dalle persone, da loro si costruisce il cambiamento di cui abbiamo bisogno: ascoltiamo la loro voce, le loro sofferenze, le loro speranze”.

 

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