by Sergio Segio | 22 Novembre 2012 20:10
Il negoziato si basa sulla proposta del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, che prevede una riduzione di 75 miliardi di euro sui 1.048 previsti. I paesi contribuenti netti, a cominciare dal Regno Unito, vorrebbero che la loro quota diminuisse, mentre i beneficiari temono un ridimensionamento dei preziosi fondi di coesione.
Secondo l’editoriale del Daily Telegraph,
Questa volta David Cameron (e con lui, ne siamo convinti, anche i leader degli altri paesi contribuenti i cui cittadini sono stanchi degli sperperi vergognosi dell’istituzione) è pronto a prendere posizione. Da quando l’Ue ha cominciato a negoziare il budget per i prossimi sette anni questa è la prima occasione di mettere un freno all’incontinenza fiscale della Commissione, un’ambizione che dovrebbe essere condivisa da chi teme che le minacce di un veto mettano in pericolo la posizione di Londra sul lungo periodo. Se non altro l’arrogante rifiuto di Bruxelles di accettare qualsiasi snellimento della sua tronfia burocrazia sta alimentando quello stesso anti-europeismo che le cheerleader dell’Ue sono così ansiose di evitare.
Il Portogallo arriva a Bruxelles con la paura di vedere i suoi fondi strutturali e gli aiuti alle regioni rurali ridursi di 5,25 miliardi di euro nel periodo 2014-2020. Secondo Pàºblico
L’approvazione dei budget si è già rivelata una missione difficile, ma stavolta gli interessi nazionali e le ferite aperte dalla crisi dell’euro (per non parlare delle differenze di prospettiva sul futuro dell’Ue) rendono l’accordo quasi impossibile. Se la Commissione europea potesse mostrare in questo caso quella forza politica di cui ha già dato prova in passato, probabilmente gli stati membri accetterebbero un aumento del 5 per cento. […] Ma a causa dei rapporti di forza attuali la proposta del presidente della Commissione José Manuel Barroso è stata immediatamente ridimensionata dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, e nonostante ciò viene ancora contestata da diversi paesi che minacciano di porre il veto. […] La cacofonia è salita di tono e l’Europa si avvicina sempre di più al caos istituzionale.
Lo spagnolo El Paàs condivide le stesse preoccupazioni, sottolineando che i tagli arrivano nel momento peggiore per Madrid:
In caso di successo della proposta [Van Rompuy] la Spagna potrebbe perdere 20 miliardi di euro in un momento in cui si trova in piena recessione e per la prima volta dalla sua adesione diventerà un contribuente netto ai fondi comunitari.
Il quotidiano conservatore romeno Magyar Nemzet attacca:
Che i tagli si facciano a scapito dei paesi poveri e a tutto vantaggio degli stati ricchi è scandaloso e inaccettabile. Con ogni probabilità il primo ministro ungherese Viktor Orbà¡n riceverà un pesante schiaffo. Per ragioni misteriose, l’Ungheria è lo stato a cui l’Ue vuole togliere più fondi.
“Non sgonfiarti, Europa”, titola Gazeta Wyborcza. Secondo il quotidiano polacco la proposta di riduzione del budget dell’Ue è un buon affare per la Polonia, e se i 27 riusciranno a non andare oltre, l’accordo potrebbe essere considerato una vittoria:
La proposta di Van Rompuy è molto ‘tedesca’. Secondo gli esperti di Berlino basta aggiungere 2-3 miliardi di euro per la Francia e toglierli alla Polonia e l’accordo si chiude. […] Il problema è che i calcoli ragionevoli sono eclissati dal sentimento euroscettico che cresce in un’Europa travolta dalla crisi.
Le Monde insiste sugli interessi nazionali branditi dalle capitali europee per difendersi dalle diverse opzioni discusse a Bruxelles. Si tratta di un “falso egoismo da parte degli europei”, scrive il quotidiano parigino, perché dietro i “ridatemi i miei soldi” che ricordano il primo ministro Margareth Thatcher si nasconderebbe una commedia ben oliata.
Questo credo egoista non corrisponde alla realtà dell’euro. […] Gli europei non vogliono essere solidali, ma lo sono di fatto. Sono come una vecchia coppia a cui è vietato il divorzio e che è costretta a condividere la stessa casa, ma in cui ciascuno si conta i soldi in tasca per esprimere la sua diffidenza.
Sulla stessa lunghezza d’onda, la Frankfurter Allgemeine Zeitung sottolinea che la situazione non è affatto drammatica: “Il budget Ue è in dirittura d’arrivo”, anche se restano alcune divergenze
Segnali positivi arrivano da tutte le parti. Persino i britannici, che avevano minacciato di porre il veto, elogiano improvvisamente il compromesso proposto di recente da Van Rompuy. […] La paura che un fallimento possa nuocere gravemente all’Ue, anche considerando la crisi del debito, è troppo grande. […] La strategia della Commissione è stata chiara: non ha voluto innervosire i grandi contribuenti come la Germania con pretese eccessive. […] Van Rompuy propone un budget da 973 miliardi, non lontano dai 960 miliardi chiesti dalla Germania.
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