by Sergio Segio | 27 Novembre 2012 15:08
Una morsa che riduce nettamente la capacità di spesa e consumi. E a togliere ogni speranza la contrazione delle banche sui prestiti. E’ la Banca D’Italia a stilare la valutazione che annuncia l’ennesimo Natale di magra.
Il reddito reale delle famiglie italiane subirà quest’anno “una diminuzione anche più marcata di quella, del 2,5%, avutasi in occasione della recessione del 2009”. L’allarme è del vice direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, che, intervenendo a un convegno Abi-Assofin, ha sottolineato come “per le famiglie italiane siamo al quinto anno di riduzione del reddito reale, che dal 2008 al 2011 era già sceso del 5%”. Sono circa 900 mila le famiglie con un debito superiore al 30% dei redditi, Secondo la valutazione condotta da Rossi sul biennio relativo ai bilanci delle famiglie, il 3,6%, cioè 600 mila, vengono definite ‘vulnerabili’, cioè che non sono in grado di rientrare dei crediti concessi.
Certamente i rubinetti chiusi delle banche ai finanziamenti di imprese e famiglie strozzano ulteriormente i margini di spesa.[1] Le difficoltà economiche e la maggiore selettività delle banche nella valutazione della clientela stanno avendo effetti anche sul credito alle famiglie che, osserva Rossi, “dopo un periodo di forte espansione, mostra segni di affanno. I prestiti in essere”, rileva l’alto dirigente di via Nazionale, “si stanno, pur lentamente, contraendo, le nuove erogazioni sono molto più contenute che negli scorsi anni”. La decelerazione dei prestiti alle famiglie italiane si è via via accentuata e la dinamica è infine divenuta negativa nel terzo trimestre di quest’anno, allorché il totale dei prestiti, sofferenze escluse, è risultato più basso dell’1% rispetto a un anno prima”.
Continuano, infatti, a calare gli acquisti della prima casa. Secondo le stime di Bankitalia rese note nell’ultimo studio, la decrescita dei mutui immobiliari proseguirebbe nei mesi prossimi, almeno fino alla metà del 2013, nonostante tassi d’interesse storicamente bassi: il taeg sui nuovi mutui è prossimo al 4 per cento, un livello non molto diverso da quello della prima parte dello scorso decennio, quando il credito per l’acquisto di abitazioni cresceva a ritmi molto sostenuti”.
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