Atene: “Così rischiamo il default”

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ROMA — Altro che piano di risanamento al 2020. Per la Grecia il default è minaccia imminente, questione di giorni. «Resistiamo meglio che possiamo, ma il rischio di un incidente ora è molto elevato», ha avvertito ieri in audizione al Parlamento europeo il ministro delle Finanze ellenico Yannis Stournaras. Nonostante le nuove misure di austerità  approvata da Atene, l’Eurogruppo ha rimandato a martedì lo sblocco del vitale pacchetto di aiuti da 31,2 miliardi di euro. Già  venerdì scadranno titoli per 5 miliardi, per ripagarli il governo greco ha emesso in tutta fretta, e a caro prezzo, 4 miliardi di bond a 1 e 3 mesi. Ma se la prossima settimana dagli altri Paesi dell’eurozona non arrivasse il via libera, la probabilità  di bancarotta sarebbe alta: i soldi in cassa, avvertono da Atene, bastano solo fino a metà  novembre.
Alla rata da 31,2 miliardi, sospesa da giugno, se ne aggiungono una da 5 miliardi che la Troika doveva versare nel terzo trimestre e una terza da 8,3 miliardi prevista per la fine dell’anno. «Sostegni dovuti», secondo il presidente francese Hollande. A questo punto potrebbero essere erogati in un unico versamento, ipotesi che ieri il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha detto «logica, a condizione che si monitori il percorso di risanamento dei conti». Il 20 novembre l’Eurogruppo dovrebbe anche confermare l’estensione di due anni, al 2022, del piano di rientro di Atene. Costerebbe altri 30 miliardi, Schauble ieri l’ha definita «possibile», ma il governo tedesco deve prima sentire il parere del Bundestag. Resta la contrarietà  del Fondo monetario.
Un’Europa divisa si è vista ieri anche a Roma, dove Mario Monti ha incontrato il premier inglese David Cameron. In tema di budget comunitario, a dieci giorni dal decisivo consiglio di Bruxelles, le posizioni restano distanti: se per Monti non deve essere ridotto, secondo Cameron «l’Unione ha speso in passato più di quanto potesse permettersi, non può continuare». Maggiore sintonia sull’unione bancaria, che il premier italiano vorrebbe fosse formalizzata entro l’anno. «La sosteniamo, a patto che vengano salvaguardate le attività  finanziarie», ha detto il primo ministro inglese.


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