Ambrosoli si rende disponibile ma non si sa bene a che cosa

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Faranno un «passo indietro» (forse) e si metteranno a disposizione del «patto civico» messo a punto dal suo comitato. Lo spacceranno per un successo, ma è vero il contrario.
C’è chi dice che i salotti milanesi di fatto abbiano commissariato il Pd. E, comunque, non è ancora detta l’ultima parola, perché sia i partiti che Ambrosoli hanno chiesto ancora tempo per prendere una decisione che i giornali mainstream già  danno per scontata. Ma non è così, e soprattutto bisognerà  vedere come reagiranno gli altri candidati (soprattutto Andrea Di Stefano e Alessandra Kustermann) all’idea che le regole delle primarie le scriverà  Ambrosoli – parola del resto mai utilizzata ieri dal Comitato che in maniera criptica ha cercato di spiegare cosa sta succedendo dietro le quinte di un pasticcio incomprensibile a qualunque elettore di centrosinistra. Ieri sera il Pd avrebbe dovuto sbrogliare la matassa in una riunione rinviata per un lieve malore del segretario regionale Martina. Oggi, nuova riunione in vista.
Quello che è evidente è che l’avvocato figlio dell’eroe borghese non ha alcuna intenzione di passare per il candidato del centrosinistra. Non è un dettaglio, o un vezzo da snob, è il tentativo di smarcarsi anche da evidenti pressioni sulla formazione di una eventuale giunta di centrosinistra. Il messaggio è: ghe pensi mì (l’avevamo già  sentita, e del resto questi partiti se lo meritano). Per esempio. C’è un dettaglio macroscopico che salta subito all’occhio. La candidatura della ginecologa Alessandra Kustermann, comunque vadano a finire le primarie – o come diavolo le chiameranno – per Ambrosoli è un brutto affare piuttosto ingombrante, soprattutto se per l’assessorato alla sanità  ha già  in mente un nome diverso dalla celebre professionista milanese (unica donna presente in competizione) che ha tutte le carte in regola per puntare addirittura più in alto. In queste ore farsi spiegare dai politici le cose come stanno è impossibile, a meno di perdere tempo decifrando balbettii incomprensibili e imbarazzanti. Una pantomima penosa, sicuramente il modo peggiore per cominciare una campagna elettorale dopo 17 anni di strapotere del centrodestra.
L’unico soggetto che ha avuto l’ardire di virgolettare una dichiarazione è il Comitato che sostiene Ambrosoli, il quale «ha manifestato la piena disponibilità  a prendere parte a forme di partecipazione popolare dell’elettorato lombardo che intende discutere e sostenere un progetto di patto civico». Quale progetto? Lo sottoscriveranno anche gli altri candidati? Non si sa. E ancora: «La forma partecipativa indicata è quella di una prima giornata indetta da un comitato civico entro la metà  di dicembre in tutta la regione e in rete, che consentirà  ai cittadini di valutare il progetto di cambiamento e contribuire allo sviluppo della campagna elettorale». Il comitato sottolinea che «nelle prossime 48 ore Ambrosoli renderà  note le linee progettuali costituenti il patto civico che è all’origine della sua dichiarazione di disponibilità ». Si, vabbé, il patto, ma le primarie?


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