Regioni e Comuni, Tetto alla Spesa Manovra da 10 Miliardi di Tagli

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Un meccanismo automatico taglia-deficit, un’Autorità  di controllo indipendente ed un tetto massimo alla crescita della spesa dello Stato, ma anche delle Regioni, delle Province e dei Comuni che saranno obbligati al pareggio di bilancio e che, appena tornerà  la crescita dell’economia, dovranno contribuire direttamente alla riduzione del debito pubblico dello Stato. Il Parlamento accelera sulla legge di attuazione del pareggio di bilancio, mentre, ad una settimana dalla presentazione della Legge di Stabilità  del 2013, il governo è ancora alla ricerca dei 6 miliardi di euro con i quali scongiurare definitivamente il rischio di un aumento dell’Iva dal mese di luglio del 2013.
Nodo Iva irrisolto
La revisione e il taglio delle agevolazioni fiscali non basterebbero a compensare le minori entrate dell’Iva, garantendo solo 2-3 miliardi. Così i tecnici dell’Economia sono alla ricerca di risorse aggiuntive, necessarie anche per far fronte ad alcune spese certe, che tuttavia non hanno ancora copertura nel bilancio 2013, per altri 2 o 3 miliardi di euro. La Legge di Stabilità  del prossimo anno si conferma comunque leggera, non dovrebbe muovere più di una decina di miliardi di euro. Oltre all’Iva e alle spese emergenziali si occuperà  di dare sistemazione contabile alla spending review ed in particolare ai tagli decisi a luglio per i ministeri (sono attese le proposte alternative dei ministri, altrimenti scatterà  la sforbiciata lineare, su tutte le voci di spesa), e forse alla nuova ripartizione dell’Imu tra lo Stato e i Comuni, ma non conterrà  altre rilevanti misure di spesa o di entrata.
I conti pubblici del resto sembrano tenere anche di fronte alla recessione ed i tecnici del Tesoro sono convinti che nel 2013 l’obiettivo del pareggio «strutturale» di bilancio, depurato cioè dell’effetto negativo della crisi, sia pienamente alla portata. Nel 2014, invece, per assicurare il pareggio di bilancio il governo potrà  contare anche su un nuovo potentissimo strumento, il taglia-deficit automatico. Con la legge che dà  attuazione al nuovo articolo 81 della Costituzione, sulla quale si registrano forti convergenze politiche in Parlamento, ci saranno nuovi fortissimi meccanismi di controllo sul bilancio dello Stato, ma anche di Regioni, Province e Comuni. Oltre all’obiettivo di deficit, il governo indicherà  ogni anno un tetto alla spesa pubblica dello Stato centrale e degli enti locali, che nei momenti di congiuntura favorevole dovranno obbligatoriamente contribuire alla riduzione del debito pubblico.
Arriva il tetto alla spesa
Secondo la bozza del testo messo a punto dai tecnici del Parlamento, con il Documento di Economia e Finanza, nella primavera di ogni anno, il governo indicherà  gli obiettivi di deficit da rispettare per garantire l’equilibrio a medio termine dei conti pubblici, quelli di riduzione del rapporto tra il debito e il prodotto interno lordo, ma anche «il tasso annuo programmato di crescita della spesa». Per raggiungere l’obiettivo il governo definirà  per tutte le amministrazioni pubbliche un tetto «nominale» alla spesa di ciascun anno, ed il livello massimo della spesa complessiva dello Stato.
Anche Regioni ed enti locali, a partire dal 2016, dovranno adeguarsi con i loro bilanci ai nuovi tetti di spesa, fatta salva la possibilità  di sforarli facendo unicamente ricorso a «nuove entrate». Anche Regioni ed enti locali, in ogni caso, dovranno rispettare l’obbligo del pareggio di bilancio, che dovrà  essere «parificato» dalla Corte dei Conti esattamente come avviene per quello dello Stato. Se il consuntivo evidenziasse un disavanzo, questo dovrebbe essere corretto entro tre anni. E non è tutto, perché la bozza del testo prevede che, almeno «nelle fasi favorevoli del ciclo economico» il governo dovrà  stabilire la misura del contributo di Comuni, Province e Regioni alla riduzione del debito pubblico dello Stato, con versamenti al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato.
Taglia-deficit automatico
La legge prevede dei meccanismi automatici altrettanto forti per tenere sotto controllo i conti dello Stato. In caso di scostamento dei conti pubblici dagli obiettivi in corso d’anno il governo sarebbe tenuto a darne comunicazione alle Camere. Se a consuntivo lo sforamento fosse superiore a 0,5 punti di Pil, scatterebbe l’obbligo di una manovra correttiva immediata. Lo scostamento sarebbe evidenziato in un «conto nozionale» virtuale e se questo nel corso degli anni diventasse negativo per un punto di Pil, e nel frattempo non si registrassero progressi soddisfacenti sul debito, bisognerà  azzerarlo con un’altra manovra.
A presidiare il tutto sarà  un’Autorità  indipendente, sulla cui struttura, però, non c’è ancora accordo tra i tecnici. C’è l’ipotesi di creare, nell’ambito del Parlamento, un consiglio di tre o cinque membri in carica per sei anni e non rieleggibili, cui affidare il compito di verificare le previsioni del governo su economia e finanza pubblica, l’impatto dei principali provvedimenti economici e, soprattutto, l’attivazione del meccanismo taglia-deficit. Una formulazione ancora un po’ ambigua, che espone al rischio di una semplice duplicazione di funzioni, se non di una più grave sovrapposizione con alcune funzioni anche costituzionali, come la Corte dei Conti.


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